Le persone fermate sono residenti nel Canturino e nella Bassa Sono accusati di avere agevolato le attività mafiose della ’ndrangheta L’attività principale era il traffico internazionale di cocaina e hashish. Oltre a far scorrere fiumi di droga, però, l’organizzazione smantellata ieri dai carabinieri tra Milano e Como si dava da fare anche per favorire i clan della ’ndrangheta attivi sul territorio. I militari dell’Arma hanno effettuato complessivamente 31 arresti, 10 dei quali di persone residenti nel Comasco. In azione i carabinieri del Reparto Operativo Speciale (Ros) in collaborazione con il comando provinciale di Milano e la compagnia di Cantù. Tra i nomi inseriti nell’ordinanza di custodia cautelare compaiono come detto 10 comaschi: 8 rinchiusi in carcere e 2 ai domiciliari. Gli arrestati sono residenti tra Cantù, Mariano Comense, Fino Mornasco, Lomazzo, Lurate Caccivio, Casnate con Bernate e Mozzate. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata dal fatto di agevolare attività mafiose di ’ndrangheta. L’operazione è stata coordinata dalla Dda e ha interessato, oltre a Como e Milano, le province di Bari, Caltanissetta, Reggio Calabria e Torino. Tra i nomi comaschi compare quello di Giuseppe Muscatello, 52 anni di Mariano, già detenuto. L’uomo è figlio di Salvatore, condannato nel processo “Infinito” come capo della “locale” di ’ndrangheta. Arrestati anche i figli di Giuseppe, Salvatore e Stjven, di 29 e 25 anni. Tra i lariani coinvolti c’è anche una donna, 33 anni di Fino, finita ai domiciliari. Nell’ambito delle perquisizioni effettuate nelle abitazioni degli arrestati, i carabinieri hanno sequestrato una pistola 9.21 con la matricola abrasa, 30 grammi di cocaina e 180 di marijuana. Secondo quanto accertato dai carabinieri, Giuseppe Muscatello, con i figli, si occupava in particolare della gestione degli acquisti di cocaina, hashish e marijuana, poi venduta a gruppi di spacciatori dell’hinterland milanese e del Comasco. Gli arresti, ha spiegato il Ros, «si inquadrano nell’ambito di una complessa attività investigativa» diretta a sradicare «una ramificata organizzazione criminale transazionale dedita al traffico» di droga. Al termine dell’operazione, il ministro dell’Interno Angelino Alfano si è complimentato con i vertici dell’Arma dei carabinieri. «La squadra-Stato – ha detto Alfano – incassa un’altra importante vittoria contro la criminalità organizzata». Anna Campaniello
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