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«Occorre capire se il “sistema Italia” vuole ancora le televisioni locali»

Emittenza privata L’intervento del comasco Giunco all’assemblea di Confindustria Radio-Tv «L’Associazione Tv Locali rappresenta gli editori televisivi locali orgogliosi di esserlo, che hanno sempre fatto impresa e vogliono continuare a farla. Occorre però capire se il “sistema Italia” vuole ancora le Tv locali. Quello che è certo che gli imprenditori hanno bisogno di regole chiare e certezze per il futuro». Parole di Maurizio Giunco all’assemblea generale di Confindustria Radio Televisioni, di cui l’editore comasco (presidente di Espansione Tv e del “Corriere di Como”) è vicepresidente . A Roma, mercoledì scorso, il tema era “L’industria radiotelevisiva motore di sviluppo per l’Italia e per l’Europa. Hanno aperto i lavori Rodolfo De Laurentiis, presidente di Confindustria Radio Televisioni, Giovanni Pitruzzella (presidente Agcm) e Antonio Preto (commissario Agcom). Hanno poi preso la parola Fedele Confalonieri (presidente Mediaset), Eric Gerritsen (Evp Communication e Pa Sky Italia), Maurizio Giunco (vicepresidente Confindustria Radio Televisioni) e Luigi Gubitosi (direttore generale della Rai). Le conclusioni sono state affidate a Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria e ad Antonio Giacomelli, sottosegretario di Stato. Al centro dell’attenzione tre generazioni di media che festeggiano quest’anno importanti ricorrenze: i 90 anni della radio, i 60 della televisione, i 25 di Internet. Un confronto che ha tenuto banco a Roma in quella che è stata definita una fase di transizione, che richiede investimenti, ristrutturazioni e consolidamenti: in pratica l’adattamento al momento storico. Nel suo intervento, Giunco si è soffermato sui problemi che attanagliano l’emittenza locale. Il suo è stato un grido d’allarme ben preciso. «Le televisioni locali non sono nate per caso – ha sottolineato – ma con il compito di dare voce alle diverse culture del nostro Paese. Ora però le Tv locali stanno morendo – ha aggiunto – e se si vuol trovare una soluzione, occorre cercare le motivazioni di questa situazione. Soprattutto occorre chiedersi: perché le Tv locali muoiono, mentre mantengono, e in alcuni casi incrementano, i propri ascolti?». Giunco, parlando all’assemblea, ha dato due risposte precise a questa domanda. «Le norme e i regolamenti applicati finora al settore non sono mai stati selettivi, non sono mai stati tesi alla valorizzazione delle aziende con una reale dignità d’impresa. Hanno invece sempre mirato alla conservazione di una pluralità di soggetti, molti dei quali inesistenti, finendo per penalizzare le “vere” imprese». La seconda risposta è riferita alla normativa che riguarda il settore. «La costante incertezza del diritto ha vanificato e continua a vanificare gli investimenti delle società editoriali con dignità d’impresa». La conclusione è stata, come detto, un grido d’allarme chiaro: «Abbiamo bisogno di regole chiare e certezze per il futuro». Dal canto suo, il sottosegretario Giacomelli ha risposto a Giunco: «La nostra intenzione è di dare sostegno al ruolo dell’editore per dare senso e importanza a una attività che contribuisce a migliorare la qualità di vita». Massimo Moscardi

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