Categories: Lario Ad Arte

Mimmo Totaro

L’AUTORE Mimmo Totaro, manager della creatività tessile internazionale Mimmo Totaro anima, con Nazarena Bortolaso, la mostra internazionale d’arte tessile Miniartextil, unica in Europa con cadenza annuale. Nato a Como nel 1948, Totaro ha frequentato il Politecnico di Milano, collaborando per molti anni con studi d’architettura. È del 1971 la sua prima personale alla galleria “Il Salottino” di Como, presentata dal celebre grafico elvetico Max Huber. Totaro è attivo sia nella grafica (disegni a china, acqueforti e serigrafie), sia in pittura e scultura. Ha tenuto numerose personali (l’ultima a Como nel 2012, in San Pietro in Atrio) e ha partecipato a esposizioni collettive internazionali a Barcellona, Losanna, Lodz e Szombathely. L’OPERA La cultura è una trama da custodire Lorenzo Morandotti Eleganza, rigore, essenzialità: qui il filosofo francese Blaise Pascal troverebbe legati, per forza di scultura, lo “spirito di geometria” proprio del pensiero analitico e lo “spirito di finezza” che guida la meditazione sui moti dell’anima e sull’esistenza. S’intitola Rigorosa-mente il “libro cucito” di Mimmo Totaro del 2010 che pubblichiamo per salutare il suo ingresso nella galleria permanente di “Lario ad Arte”. Max Huber, Eli Riva e Mario Radice: basterebbero questi tre numi tutelari che hanno scommesso sull’arte di Totaro tenendo a battesimo varie tappe del suo percorso, per sottolineare il livello sempre molto elevato delle sue performance. Diverse per ambiti e linguaggi ma unite da un filo coerente. Artista multiforme e proteiforme, maestro di sperimentazioni mai fini a se stesse ma sempre orientate alla concretezza, Totaro si trova a suo agio con una varietà molto vasta di materiali. Ma ha sempre ben chiara la finalità dei propri gesti. Che comprendono due aspetti complementari: precisione e delicatezza, declinate prima solo su superfici piane e poi con la scoperta della spazialità nella terza dimensione che trasforma i segni in fili, corde e geometrie. In costante vibrazione con l’ancestrale ricordo dell’astrattismo di matrice lariana. Non ama descrivere i propri lavori, Totaro, fedele al concetto di “opera aperta”: è sempre dello spettatore l’ultima parola. Ma nei suoi raffinati reticoli, che possono galleggiare sull’acqua del lago o ridefinire contorni di spazi urbani, così come in questo “libro cucito”, si legge forte il richiamo – attraverso la metafora tutta comasca della tessitura – a salvaguardare il sapere, la cultura. Beni imprescindibili per definire e tutelare l’identità. Non importa se di un individuo o di una collettività. GALLERIA (clicca su una immagine per visitare la Galleria)

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