Categories: Lario Ad Arte

Nicola Salvatore

L’AUTORE Nicola Salvatore, sperimentatore cosmopolita tra accademia e trattoria Nicola Salvatore (nella foto, con una sua installazione a Villa Erba) è nato a Casalbore (Av) nel 1951, e vive e lavora a Como e a Marrakech. Dal 1995 è titolare di una cattedra di pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, dove ha dato vita al progetto “Trattoria da Salvatore”, connubio inedito tra arte e cibo. Salvatore è stato invitato a partecipare ad alcuni dei più importanti eventi artistici contemporanei, in Italia e all’estero (Quadriennale di Roma; Biennale di Parigi, Biennale di Venezia). Il suo sito Internet è L’OPERA Tante balene nel parco di Villa Olmo Le balene si sono “arenate” da tempo nel mondo dell’arte, con tutto il loro bagaglio di miti letterari e ancestrali. Tra gli illustratori più celebri del romanzo Moby Dick di Herman Melville c’è un maestro comasco, Libico Maraja, scomparso trent’anni fa, che realizzò tavole pubblicate dall’editore Dino Fabbri. Mentre tornano in libreria grazie alle Edizioni Clichy gli inediti del grande narratore americano con il titolo Viaggi e balene, è da ricordare che strumenti di notevole potenza espressiva sono, dagli anni Sessanta a oggi, anche le balene dello scultore e pittore lariano Nicola Salvatore. Simbologie che affondano le radici nella notte dei tempi, i suoi cetacei sono segni polimorfi, che si possono ammirare in piccoli formati ma anche con presenze monumentali. È con quest’ultima dimensione che la balena di Salvatore si appresta a “invadere” Como con un esercito di esemplari. Domineranno tra la fine di maggio e la fine di luglio il parco di Villa Olmo. Abituato da sempre a meditare sul grande cetaceo, Salvatore è una fucina di creatività che gioca con la balena – divertendosi e divertendo – ma in realtà proponendo una riflessione serissima sul destino stesso del “fare” arte. La balena con i suoi imponenti resti scheletrici (nel 2001 l’artista “invase” un altro luogo simbolo di Como, il “fu” padiglione a shed dell’ex Ticosa) è per Salvatore sinonimo di madre natura, casa accogliente e avvolgente, e per estensione anche di ricerca interiore profonda e autentica, da contrapporre alla superficialità dominante di questi tempi “liquidi” e incerti. Trasferisce cioè sul piano visivo quello che il filosofo triestino Carlo Michelstaedter chiamava «persuasione» contrapponendola alla «rettorica». Per raggiungere tale obiettivo, declina l’immagine della balena con i materiali più vari: ad esempio eccola specchiarsi di fronte al lago nell’immagine della storica dimora neoclassica, nell’opera Vanitas in acciaio, bronzo e ottone. GALLERIA (clicca su una immagine per visitare la Galleria)

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