“Como al voto” il dibattito si infiamma sulle responsabilità dei risultati deludenti

Il confronto in diretta Tv “Como al voto”. Teatro Sociale gremito con un po’ di pubblico anche in piedi ieri sera per l’atteso dibattito trasmesso in diretta da Etv. Per l’avvio sul palco del teatro cittadino un pianoforte a coda e il conduttore Mario Rapisarda, direttore del “Corriere di Como” ed “Etv”, cronometro in mano, e diciotto poltrone: due sono per gli opinionisti Emauele Caso e Davide Cantoni, sedici per i candidati. Ingresso all’americana, o alla “Maurizio Costanzo Show”, per i contendenti alla poltrona di sindaco di Como. Entrano: Laura Bordoli, Sergio Gaddi, Alberto Mascetti, Mario Lucini, Mario Pastore, Alessandro Rapinese, Elisabetta Patelli, Francesco Peronese, Roberto Colussi, Pietro Vierchowod, Emanuele Lionetti, Salvatore Ferrara, Mario Molteni, Donato Supino, Luca Ceruti e David D’Ambrosio. Dopo una carrellata con 30 secondi a candidato per una breve presentazione, il dibattito si accende sulle percentuali di voto ambite dai sedici. Pur con il sorriso sulle labbra, la maggioranza dei candidati dichiara di voler raggiungere il 51%. Il dibattito permette al pubblico di intervenire in diretta, grazie alla giornalista di Etv, Alessandra D’Angiò e la prima domanda è subito sulla responsabilità della deludente gestione dell’amministrazione Bruni. Colpa del sindaco e della giunta, oppure delle ingerenze del presidente della Regione Roberto Formigoni? I candidati concordano sulle colpe interne al consiglio comunale, tra giunta, maggioranza e opposizione, piuttosto che sui diktat del Pirellone. Nel passaggio tra i sedici su questa risposta le prime scintille sul palco, tra il candidato del Faro per Como Vierchowod e quello di Adesso Como, Rapinese. Il dibattito si scalda ancora tra Mario Molteni ed Emanuele Lionetti. «Qualcuno qui si dimentica di essere stato in maggioranza» attacca Davide Cantoni. E parte un nuovo passaggio di microfono tra i sedici, tra gli applausi e qualche dissenso. Paolo Annoni