Storia dello stadio Sinigaglia: L’inaugurazione nel luglio del 1927

Storia dello stadio Sinigaglia: L’inaugurazione nel luglio del 1927

La storia Lo stadio di Como viene inaugurato il 30 luglio 1927 nel culmine delle celebrazioni per la morte di Alessandro Volta. Le prime partite si giocheranno però in settembre, un triangolare Comense (nata dalla fusione di Calcio Como ed Esperia), Inter e Genoa, alla presenza del principe ereditario Umberto di Savoia e della madrina dell’evento, Antonietta Porta Sinigaglia, madre del campione del remo Giuseppe, a cui lo stadio di Como viene dedicato. Fin dall’inizio la vocazione dell’impianto è polisportiva con corsi di ginnastica artistica, ma anche pugilato, pesistica, maratone (foto) e ippica. La pista di cemento diventa tappa di importanti corse ciclistiche e perfino di gran premi di motociclismo. Il calcio con il nuovo stadio era tornato sul Pra Pasquèe o Campo Garibaldi dove si giocarono le prime partite ufficiali all’inizio del secolo scorso. Del progetto dello stadio di Como venne incaricato nel 1926 l’architetto milanese Giovanni Greppi. I lavori iniziarono nel dicembre dello stesso anno e si conclusero a tempo di record per un cantiere così complessivo dopo poco più di un anno e mezzo, a fine luglio del 1927. Il costo dell’opera fu di oltre tre milioni di lire. Sotto la pista di cemento vengono ricavati 96 box per auto. La capienza è limitata. I posti “popolari” sono 2.500. Lo stadio del Greppi viene poi modificato dalla matita del razionalista Gianni Mantero con un cantiere avviato nel 1932, sorgono così la Casa del Balilla, la palestra, la piscina e gli uffici. Per aumentare la capienza degli impianti si susseguono poi gli interventi che modificano il progetto iniziale. L’ultimo è una curva di tubi innocenti che snatura l’architettura del Sinigaglia. Paolo Annoni