Cartolina da Como. «Paura del buio»

Cartolina da Como. «Paura del buio»

Sabato 15 Settembre 2012 Allarme sicurezza La città che non t’aspetti. L’immagine da cartolina di un centro placido e sonnacchioso, accogliente e affacciato sul lago, non sempre corrisponde alla realtà. E sono gli stessi abitanti i primi ad accorgersi di un lento deterioramento, in atto ormai da tempo. I recenti fatti di cronaca, dalle aggressioni avvenute nei giardini a lago alle incursioni in centro storico di una baby gang che ha preso di mira i ragazzini, fino ai raid vandalici che colpiscono ogni angolo di Como, sono il segnale lampante di un progressivo e inarrestabile peggioramento della vita quotidiana. Non si parla certamente di un “Bronx vista lago” ma – come testimoniato in diverse occasioni dagli stessi abitanti – di una città che comincia ad essere percepita non più sicura come prima. E tra i punti di Como che, da polo attrattivo per turisti e cittadini, si sta inesorabilmente trasformando in un vero buco nero, ci sono i giardini a lago. Quest’area, buia e poco frequentata soprattutto nelle ore serali, è spesso teatro di episodi violenti. Esemplari i casi, risalenti allo scorso luglio, di un 34enne fermato dopo l’aggressione a un passante e a una vigile e quello di una giovane turista olandese derubata e ferita. Fatti accaduti proprio in quella terra di nessuno che è diventata la zona dei giardini a lago. E anche ieri mattina le persone presenti, tra loro molte mamme con bambini piccoli, confermavano questa visione tetra. «Ci si sente assolutamente insicuri – interviene Adriana Cappi a passeggio nei pressi del Tempio voltiano – Appena cala la sera, secondo me, è un vero rischio muoversi nei paraggi». Il timore di fare spiacevoli incontri è talmente alto che «pur abitando in zona e lavorando qui vicino, uso sempre la macchina. Anche per brevissimi spostamenti. La sera, appena finisco di lavorare, salto sull’auto e vado via. Non mi fido», aggiunge sempre Adriana Cappi. E la percezione di insicurezza è talmente diffusa che coinvolge, indirettamente, anche le varie società sportive che si trovano lungo il vicino viale Puecher. «Purtroppo sempre più spesso le mamme che vogliono iscrivere i figli da noi – dice Andrea Tenca della Canottieri Lario – si informano minuziosamente su dove si trova la fermata più vicina del bus. Chiedono se i figli, una volta usciti, devono percorrere un lungo tratto a piedi. Se devono passare per i giardini, spesso al buio». Manca dunque serenità. «In effetti accade spesso di vedere movimenti strani in questa zona – dice sempre Tenca proprio mentre una volante passa a controllare – Specialmente quando cala il buio». Rientrando verso il centro, anche ai Portici Plinio e nella vicina piazza Gobetti, l’allarme microcriminalità è alto. Sempre più segnalazioni indicano questo come un punto “caldo” della città. «È vero. Lo confermo. In piazza vedo spesso, fin dalle prime ore del mattino, gruppetti di ragazzi riuniti a bere e fare rumore – dice Daniela Vago – Sono insicuri anche i Portici». Poco invitanti anche i giardini disseminati lungo viale Varese. «Posso in effetti dire che non si passeggia molto volentieri lungo viale Varese – dice Annalisa Adone incontrata nella vicina via Borsieri, teatro pochi mesi fa di un’aggressione – Non perché siano avvenuti fatti particolarmente preoccupanti. Ma di sera la zona, con la scarsa illuminazione, non è molto invitante. A volte ci si fa condizionare. Basta infatti scorgere alcune persone sedute, sicuramente senza alcun intento malevolo, su una panchina al buio, visto che l’illuminazione è scarsa, per convincerti a cambiare strada». Tutti invocano maggiori controlli e una presenza massiccia delle forze dell’ordine. «In effetti non ci si sente molto tranquilli lungo viale Varese – interviene Angela Papa, incontrata nella vicina via Italia Libera a passeggio con il figlio neonato – Sinceramente sto molto in casa e quindi non ho esattamente il polso della situazione anche se in effetti ci sono zone che non mi sembrano troppo sicure». Sempre nella stessa via sono differenti gli umori dei cittadini. «Fortunatamente non abbiamo avuto spiacevoli incontri – dicono Mariagrazia Foriglio e Salvatore Fornabaio – frequentando il quartiere principalmente di mattina». C’è invece chi non si sente affatto sereno. «È un disastro. Qui in via Italia libera ci sono giardinetti dove spesso si ritrovano personaggi poco raccomandabili – dice Carlo Parravicini – Ma la situazione è purtroppo identica anche in altri punti di Como». Fabrizio Barabesi