La grinta delle “Rane rosa”

La grinta delle “Rane rosa”

Pallanuoto – Passione, abnegazione e voglia di sacrificarsi: sono le parole del team femminile della Como Nuoto, che prepara l’avventura in serie A2 Studentesse e lavoratrici sulla carta d’identità, pallanuotiste nel cuore. Sono infatti la passione e la dedizione che spingono le quindici “Rane rosa” della Como Nuoto ad allenarsi con costanza e determinazione ogni giorno dopo i rispettivi impegni quotidiani. Le giovani campionesse lariane non si sono fermate un attimo dopo aver raggiunto, lo scorso anno, lo storico obiettivo della promozione in A2. Un campionato che presenta sostanziali differenze, semiprofessionistico, con trasferte lunghe (compresa quella di Cagliari), mentre fino alla scorsa stagione il discorso era confinato alla Lombardia, con le sfide prevalentemente alla domenica. Un bel salto di qualità, insomma, ma che comporta anche un cambiamento di vita e abitudini. Uscite vincenti dai playoff della scorsa stagione a Cremona, sotto la guida dell’ex allenatore Francesco Zoni, hanno coronato il sogno della società raggiungendo per la prima volta la massima categoria. Dopo il successo, che ha reso la Como Nuoto l’unica società in Lombardia ad avere due squadre in serie A (la maschile e la femminile), le ragazze hanno ripreso subito gli allenamenti seguite da Stefano “Tete” Pozzi, coach che vanta più di 25 anni di esperienza sulla panchina maschile e un passato da giocatore in serie A1. «È la prima volta che alleno una squadra femminile – racconta “Tete” Pozzi – Rispetto agli uomini, le donne vivono la pallanuoto a tutto tondo, in modo più completo: vivono le situazioni in modo più forte, sia positive sia le negative». Non potrebbero fare altrimenti le ragazze di Pozzi, ognuna con i propri impegni e la propria vita, sempre in grado di incastrare tra il lavoro e il fidanzato le numerose ore in piscina. Il team si allena infatti ogni sera, alternando le sedute in piscina a quelle in palestra, e la domenica è impegnato in lunghe trasferte in tutto il Nord Italia, se non anche in Sardegna. «Se a 24 anni, dopo ore di lavoro, prendi la borsa e vieni ad allenarti è perché questo sport ti dà tanto, ti fa crescere molto», afferma senza esitazioni Francesca Bosco, classe ’88 e capitano della squadra. Di giorno lavora in una autoscuola e alla sera investe le sue energie in piscina da quando ha 14 anni. «Il gruppo attuale è lo stesso dei play-off ed è davvero unito – sottolinea ancora Francesca – inoltre siamo quasi tutte comasche, motivo che ci spinge a puntare molto sul nostro progetto». Insieme a lei anche la cugina, Carolina Bosco, da sempre compagna di squadra e figlia dello storico portiere della Como Nuoto Giuseppe Bosco. Quando non indossa il costume, Carolina lavora come istruttrice in palestra. Una vita frenetica è anche quella di Arianna Pellegatta, 23 anni, di giorno bagnina e studentessa universitaria, la sera campionessa di pallanuoto. Tra le ragazze storiche della squadra anche un’infermiera, Silvia Favini, che cercherà di conciliare i turni in ospedale con le prossime trasferte in giro per l’Italia. Le Rane Rosa sono però in gran parte rappresentate da ragazze giovanissime (nate tra il ’92 e il ’96), e quasi una decina frequentano ancora le scuole superiori: «Per quanto riguarda le ragazze più giovani cerchiamo sempre di inserirle pienamente nel gruppo e di trasmettere loro entusiasmo», spiega Francesca Bosco. La società infatti, visti i positivi risultati della prima squadra, sta investendo molto nel settore giovanile anche sul fronte femminile. Il vivaio vanta infatti una ventina di iscritte. Le “Rane Rosa” intanto, proseguono la preparazione atletica iniziata lo scorso primo settembre e scalpitano per l’esordio in campionato: domenica 27 gennaio, a Sori, in provincia di Genova, inizierà la meritata avventura. Elena Tambini