Posto di blocco, ecco cosa dire ai Carabinieri per passarla liscia | Ti lasciano andare anche con un cadavere in auto

Posto di blocco, ecco cosa dire ai Carabinieri per passarla liscia | Ti lasciano andare anche con un cadavere in auto

Carabinieri- Public Domain Pictures- corrierecomo.it

Posto di blocco, ecco cosa dire ai Carabinieri per passarla liscia. Non ci crederai, ma funzionerà: ti lasciano andare anche con un cadavere in auto. Sembra assurdo, e un paradosso: ma, in fondo, è provato, funziona. E per ragioni ovvie.

Quando ti fermano al posto di blocco i carabinieri, o chi per loro, sanno benissimo di avere un grande potere. Non solo perché rappresentano la legge.

Ma perché incarnano un principio d’autorità che tutti noi, più o meno consapevolmente, riconosciamo e temiamo. Al tempo stesso, però, quel potere porta con sé un enorme senso di responsabilità.

Parliamo di un dovere civico e professionale che impone equilibrio, discernimento e rispetto. Esistono le leggi, e vanno rispettate, e loro sono chiamati a far sì che questo avvenga.

Di solito chi si trova a essere fermato reagisce in modo istintivo: paura, ansia, irritazione. Si cercano giustificazioni, si accampano scuse, si prova a minimizzare, sperando di suscitare un po’ di comprensione o di clemenza.

Ecco cosa devi fare per cavartela

È una dinamica antica e quasi teatrale: da un lato chi esercita il controllo, dall’altro chi si sente controllato e, per questo, vulnerabile. Eppure, c’è un modo diverso di vivere quel momento. Che cosa accade se, invece di difendersi o negare, si ammette apertamente la propria colpa? Se si spiazza l’interlocutore con la sincerità? Improvvisamente, il gioco di ruoli cambia. È come togliere, per usare un eufemismo, l’arma dalla mano di chi ha il potere.

Non c’è più nulla da “scoprire”, nessuna finzione, nessuna tensione da gestire. Il controllo perde parte della sua forza, perché l’altro si è già consegnato, disarmato, autentico. In quel momento, spesso accade qualcosa di inaspettato: anche l’agente, l’uomo o la donna dietro la divisa, abbassa la guardia.

Carabinieri- wikimedia- corrierecomo.it

Ecco cosa succede se lo fai

Il tono cambia, la rigidità si scioglie. Non sempre, certo, ma accade più spesso di quanto si pensi. Perché la verità disinnesca il conflitto, mette tutti sullo stesso piano umano. L’ammissione di un errore è un atto di coraggio, e chi la compie trasmette un senso di responsabilità che può trasformare anche il modo in cui viene percepito.

Ammettere la colpa, in fondo, non è solo un gesto di onestà, ma un modo per recuperare la propria libertà interiore. Si riconosce l’autorità dell’altro, ma senza subire passivamente: la si accetta, e così la si rende più leggera, più umana. Il potere non serve più a schiacciare, ma a ristabilire equilibrio. Forse è proprio in quei momenti che la legge e la coscienza trovano un punto d’incontro: nella consapevolezza reciproca che dietro ogni divisa e ogni volante ci sono persone, con le stesse paure, fragilità e desideri di rispetto. E allora, paradossalmente, ammettere la colpa può diventare la forma più alta di forza. E, chissà, non ti sanzionano neppure.