Se muori paghi: tassa folle del governo | Dolore e funerale non bastano per i familiari
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Se muori paghi: pazzesco, ma tutto vero, arriva una tassa ‘folle’ del governo. Dolore e funerale non bastano per i familiari: ora devi pure pagare. Da non credere, ma a quanto pare anche il nostro bene primario, l’unico e ultimo, ha un prezzo.
La salute è senza dubbio il bene più prezioso che possediamo. Tutto nella nostra vita ruota attorno ad essa: i nostri sogni, i nostri progetti, le nostre relazioni.
Finché stiamo bene, tendiamo a darle per scontata, ma quando viene meno, ci rendiamo conto che nulla vale più della serenità fisica e mentale.
E, inevitabilmente, quando il nostro ciclo vitale si avvicina alla fine, il desiderio più grande è quello di poter lasciare questo mondo in pace, senza dolore,
Soprattutto, poi, se possibile, anche senza gravare sugli altri, lasciando dietro di sé soltanto ricordi positivi. Eppure, la realtà spesso è ben diversa.
Ce ne andiamo nel dolore, e non basta: dobbiamo anche pagare
Accade che la malattia, la povertà o la solitudine rendano anche la fine della vita un percorso difficile, pieno di ostacoli e, in certi casi, di ingiustizie. Ci sono persone che muoiono lasciando debiti, famiglie in difficoltà o situazioni burocratiche complicate. In casi ancora più estremi, può succedere che qualcuno non possa nemmeno permettersi un funerale.
Può sembrare assurdo, ma accade: ci sono città italiane in cui le amministrazioni locali si trovano a dover gestire situazioni drammatiche, in cui nessun parente o amico può sostenere i costi dell’ultimo saluto.

Non morire, non puoi farlo (se non paghi)
E così, anche il momento più sacro e umano, quello del congedo, diventa materia di conti, fatture e procedure amministrative. Le istituzioni, spesso oberate o con bilanci limitati, finiscono per negare o ritardare i funerali cosiddetti “di povertà”, generando indignazione e dolore.
Ma a volte ti viene proprio detto che è “vietato morire senza preavviso”. Come riporta il noto avvocato Angelo Greco nei suoi canali social, ci sono almeno due casi in Italia in cui sembra succedere. A Falciano del Massico in provincia di Caserta nel 2012 e Sellia in provincia di Catanzaro nel 2015 i sindaci hanno diffuso una ordinanza che ‘vietano’ di morire nel territorio comunale. Il motivo? Nel primo caso, non c’era più spazio nel cimitero, mentre a Sellia mancavano fondi e servizi sanitari.
