Caffè nella moka: non prenderlo mai più | È più tossico del veleno per i topi
caffè bar - pexels- corrierecomo
Caffè nella moka: non prenderlo mai più. Terribile rivelazione: sarebbe più tossico del veleno per i topi. Una notizia agghiacciante: tutto quello che abbiamo sempre creduto, dunque, vacilla. E la nostra salute è a rischio.
Una delle più grandi innovazioni degli ultimi secoli, capace di entrare nella quotidianità di milioni di persone, è senza dubbio il caffè con la moka.
Un’invenzione semplice e geniale, che ha rivoluzionato il modo di preparare e gustare il caffè nelle case di tutto il mondo.
Nata in Italia negli anni ’30 del Novecento grazie all’intuizione di Alfonso Bialetti, la moka è diventata nel tempo un simbolo del nostro Paese.
Così apprezzata, da essere esposta nei musei di design e riconosciuta come una vera icona del Made in Italy. Il suo funzionamento è elementare ma ingegnoso.
Come nasce la Moka e dove sarebbe il problema
L’acqua nella parte inferiore, il caffè macinato nel filtro e, grazie al calore, il vapore che spinge l’aroma verso l’alto, regalando quella bevanda densa, profumata e irresistibile. Un rito quotidiano che unisce generazioni, scandisce le mattine e accompagna le conversazioni più intime.
Nonostante l’arrivo di macchine automatiche e capsule di ogni tipo, la moka conserva un fascino intramontabile. È economica, sostenibile e autentica, perché dietro ogni tazzina preparata a casa c’è un gesto manuale, un piccolo rito che sa di tradizione. Il caffè con la moka, più che una semplice bevanda, è un patrimonio culturale e affettivo che continua a unire gli italiani e non solo. Eppure ci sarebbe un problema. Quale?

Ecco che cosa rischi adesso
Il problema della moka, secondo diversi studi e analisi scientifiche, risiederebbe tutto nella presenza di una sostanza chiamata acrilammide. Si tratta di un composto chimico che si forma naturalmente durante la tostatura del caffè, quando gli zuccheri e gli amminoacidi reagiscono ad alte temperature.
Il problema non riguarda solo la moka in sé, ma più in generale i metodi di preparazione del caffè che prevedono un contatto diretto e prolungato con il calore. L’acrilammide è da tempo sotto la lente dell’Unione Europea e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, poiché considerata una sostanza potenzialmente cancerogena. Le quantità che si trovano nel caffè comune sono comunque molto basse e non rappresentano un rischio immediato per la salute, ma l’esposizione prolungata e costante nel tempo potrebbe diventare un fattore di rischio, soprattutto per chi consuma numerose tazzine al giorno. La moka, a differenza delle macchine espresso, utilizza temperature leggermente più elevate e un tempo di estrazione più lungo, fattori che potrebbero favorire una concentrazione maggiore di acrilammide. Tuttavia, gli esperti sottolineano che non bisogna farsi prendere dal panico: la soluzione non è eliminare il caffè, ma semplicemente lavare la Moka prima del secondo caffè.
