Manda tuo figlio a scuola, anche con la febbre a 40 | Ti mettono subito in galera

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Manda tuo figlio a scuola, anche con la febbre a 40: non ti puoi più permettere di fargli fare assenze. Ti mettono subito in galera. Sì, esatto, ti sbattono al fresco se li tieni al ‘caldo’ in casa, o se non li fai studiare.
Molti ragazzi, e talvolta anche i loro genitori, tendono a sottovalutare l’importanza della frequenza scolastica regolare, come se andare a scuola fosse un obbligo solo formale.
O peggio ancora una scelta soggettiva, da valutare giorno per giorno in base all’umore o alle circostanze. “Cosa vuoi che cambi se manco qualche giorno in più?”, pensano in tanti.
Eppure, cambia eccome — e non solo sotto il profilo educativo e formativo, ma anche dal punto di vista legale. Anche se lo sanno in pochi.
La scuola, infatti, non è soltanto un luogo di apprendimento: è un diritto costituzionale, ma anche un dovere. Per questo, la normativa italiana è molto chiara e rigorosa nel tutelare la frequenza obbligatoria, specialmente per gli studenti fino ai 16 anni.
Niente scuola, scatta il carcere
Le assenze ingiustificate o prolungate non sono considerate una semplice “negligenza”, ma possono trasformarsi in un vero e proprio illecito. In base alle disposizioni ministeriali, se uno studente accumula 15 giorni di assenza in un trimestre o supera un quarto delle ore totali annuali, il dirigente scolastico è tenuto a intervenire formalmente.
Il primo passo è il contatto diretto con la famiglia: il preside convoca i genitori per comprendere le motivazioni delle assenze e, se necessario, emette una sorta di ammonizione ufficiale. Se però non emergono giustificazioni valide — come problemi di salute certificati o cause di forza maggiore — e il ragazzo non riprende la frequenza entro 7 giorni, la situazione si aggrava.

Cosa dice la legge e cosa rischi
A quel punto, il dirigente deve informare il Sindaco del Comune di residenza dello studente. Se neppure dopo questa segnalazione la situazione si risolve, scatta un passaggio successivo ancora più serio: il Sindaco è obbligato a denunciare il caso alla Procura della Repubblica. Da qui può partire un vero procedimento penale nei confronti dei genitori, che rischiano fino a un anno di arresto per inosservanza dell’obbligo scolastico.
È un monito chiaro e necessario: la scuola non è un’opzione, è un diritto-dovere. Garantire ai figli la frequenza scolastica significa proteggerne il futuro, non solo dal punto di vista culturale, ma anche civico. Dietro la severità della legge, infatti, si nasconde una verità semplice: l’istruzione è la base su cui costruire cittadini consapevoli e una società migliore.