Ti licenziano per una foto: la nuova assurda legge non lascia scampo | L’azienda ha tutto il diritto di farlo

muscoli palestra - pexels- corrierecomo
Ti licenziano per una foto: tutto vero, tutto legale, lo dicono le norme. Perdi il posto per un post sui social. Ecco la nuova legge. Assurda, forse: ma non lascia scampo. A dire il vero, l’azienda ha tutto il diritto di farlo.
Di che cosa stiamo parlando? Per capire il contesto, è necessario fare un passo indietro e immaginarci la scena che potrebbe far scattare tutto.
Un cittadino può amare lo sport e il fitness, e andare in palestra può rappresentare un momento di svago e un compimento della propria ‘personalità’.
Hai tutto il diritto di farlo, ma se lo fai nelle condizioni sbagliate, il rischio di trovarti nei guai non è solo una ipotesi, è la dura realtà cui cui fare i conti.
Quali sarebbero le condizioni sbagliate? Sarebbero quelle del lavoratore che comunica di averlo appena fatto mentre, però, è ufficialmente in malattia.
Non lo devi più fare o ti licenziano
La malattia, intesa come assenza giustificata e retribuita dal posto di lavoro, è uno dei diritti fondamentali del lavoratore. Rappresenta una tutela indispensabile: nessuno dovrebbe essere costretto a svolgere la propria mansione in condizioni di salute precarie, mettendo a rischio sé stesso e gli altri. Questo principio, consolidato da decenni di norme e prassi, è il riflesso di una società che riconosce la centralità della persona.
Tuttavia, come spesso accade, là dove esistono diritti esistono anche possibilità di abuso. Ed è proprio sul fronte delle assenze per malattia che si registrano, talvolta, comportamenti scorretti che minano la fiducia tra datore di lavoro e dipendente. Il concetto è semplice: se dichiari di non poter lavorare a causa di uno stato di salute compromesso, non puoi allo stesso tempo svolgere attività che siano in evidente contraddizione con quella condizione.

Ecco il caso specifico
Un esempio lampante è quello dello sport o della palestra. È difficile giustificare un’assenza dovuta, per esempio, a un mal di schiena invalidante se poi, poche ore dopo, si viene immortalati mentre si sollevano pesi o si partecipano a una partita amatoriale. In questi casi non solo si rischia di perdere credibilità agli occhi del datore di lavoro, ma si può incorrere in provvedimenti disciplinari gravi, fino al licenziamento per giusta causa.
Il rischio aumenta esponenzialmente quando tali comportamenti vengono resi pubblici. Pubblicare una foto o un video sui social, magari mentre si sorride in palestra o si partecipa a un’attività fisica intensa, equivale a fornire una prova tangibile dell’incoerenza tra la dichiarazione di malattia e la realtà dei fatti. È come lasciare una traccia evidente, che può essere usata contro il lavoratore in sede disciplinare o legale. Viene considerato legittimo il licenziamento di un lavoratore che, durante la ‘malattia’, pubblica foto o video su qualche social ritraendosi nel corso di attività che sono incompatibili con il suo stato di salute.