L’azienda in cui lavori ti deve un mucchio di soldi: il nuovo bonus di cui nessuno parla | È una legge dello stato

Lavoratore risarcimento

Lo stress provato dal lavoratore durante il suo impiego può essere oggetto di causa e risarcimento da parte dal datore - Corrierecomo.it - foto Canva

Il vostro impiego potrebbe incrementare notevolmente il vostro patrimonio e no, lo stipendio non c’entra nulla.

Durante l’orario lavorativo può succedere di andare incontro a qualche imprevisto che potrebbe stravolgere perfino la propria routine domestica. Come se non bastasse, la recente diffusione dello smart-working ha assottigliato ancora di più la linea di separazione casa-lavoro.

Infatti, sebbene questa situazione vanta numerosi benefici, presenta anche dei lati negativi. Uno dei tanti può essere legato allo stress che tende ad accumularsi. Pochi però sanno che se quest’ultimo è causato direttamente dal datore, è possibile fargli causa per i danni fisici e/o mentali subiti.

Questo è ciò che stabiliscono due recenti ordinanze della Cassazione, la quale ha ribadito un principio molto chiaro, che spesso viene sottovalutato o direttamente non considerato: il datore di lavoro è responsabile anche per lo stress generato da un cattivo ambiente lavorativo.

Stress lavorativo: il datore di lavoro vi risarcisce

Secondo quanto dichiarato dalla Cassazione, il datore viene ritenuto “la causa” dello stress percepito dal proprio dipendente, anche qualora non si verifichi il mobbing, ovvero una forma di persecuzione di natura psicologica, che continua imperterrita.

Quest’ultima viene eseguita tramite comportamenti poco consoni, che possono sfociare in aggressività ed è mirata a emarginare ed escludere l’individuo. La responsabilità scatta anche in presenza di singoli episodi di straining, cioè quei comportamenti aziendali occasionali ma dannosi.

Lavoratore stressato
Lo stress provato dal lavoratore durante il suo impiego può essere oggetto di causa e risarcimento da parte dal datore – Corrierecomo.it – foto Canva

Quali sono le circostanze di stress lavorativo

L’esempio più lampante di straining è rappresentato da un cambio improvviso e immotivato del proprio ruolo o delle mansioni. Oppure il suddetto avviene se si decide di isolare volontariamente il dipendente in questione dalle riunioni o dai canali di comunicazione del team aziendale.

Ma non è finita qui perché il dipendente ha diritto a un risarcimento anche se si ritrova in altre tipologie di situazione, tra cui l’assegnazione di compiti con scadenze impossibili senza fornire le risorse adeguate oppure il pubblico rimprovero o lo spostamento ripetuto dell’orario e della sede di lavoro senza tenere conto della vita privata del soggetto. Tutti questi comportamenti anche se non reiterati possono creare disagio, ansia, demotivazione, e sfociare in richieste risarcitorie se non sono gestite correttamente.