Non sei più libero di comprare un’auto: da oggi bisogna rispettare un requisito fondamentale | Vale anche per le elettriche

Il Giappone ha introdotto la prova del pacheggio, che consente ai conducenti di acquistare o meno un'auto - Corrierecomo.it - foto Canva
Da ora acquistare una nuova vettura non sarà un’impresa facile: molti cittadini dovranno essere costretti a trovare un’alternativa.
Oggigiorno il numero di automobili presenti sulle strade italiane è più alto che mai. Si stima infatti che ce siano oltre 40 milioni a fronte di circa 60 milioni di abitanti, portando il Bel Paese ad avere il più alto tasso di motorizzazione dell’Unione Europea.
Questa situazione è diventata a dir poco ingestibile, soprattutto nelle grandi città, dove si fa sempre più difficoltà a trovare un parcheggio. Non è raro infatti trovarsi vetture in seconda fila o lungo la strada dove non sono presenti le linee adibite alla sosta.
Ed è qui che entra in gioco la “regola del parcheggio”, che previene gli automobilisti di lasciare la propria vettura in aree non consentite. Quest’ultima è stata ideata inizialmente in Giappone, ma presto potrebbe arrivare anche in Occidente.
La regola giapponese della “prova del parcheggio”
Come molti conducenti hanno potuto vedere nel corso degli anni, i parcheggi su strada sono limitati e nel prossimo futuro la situazione non può far altro che peggiorare. A questo problema però, il Giappone sembra aver trovato una soluzione intelligente, nota come “prova di parcheggio”. Ma in cosa consiste esattamente?
Semplice, prima di immatricolare un’auto, bisogna dimostrare di avere un posto dove parcheggiarla. Attuata per la prima volta nel 1962, la suddetta normativa richiede ai proprietari di auto di ottenere il cosiddetto Shako Shomeisho o “certificato di parcheggio” come parte integrante dell’acquisto di una macchina.

Arriva la soluzione per trovare sempre parcheggio
Il certificato che si ottiene conferma che il conducente ha accesso a un parcheggio di larghezza e lunghezza sufficienti per il proprio veicolo, entro due chilometri dal proprio indirizzo di residenza. I residenti procedono con il pagamento di una piccola tassa, dopodiché possono richiedere lo Shako Shomeisho presso la stazione di polizia locale.
A quel punto un agente di polizia verrà inviato al domicilio di riferimento per valutare lo spazio prima di approvare la richiesta. Solo dopo, si può quindi procedere alla registrazione del veicolo. Chissà se la “prova parcheggio” verrà implementata anche in Italia? Magari, così facendo si potrebbero risolvere diversi problemi.