Il boom delle sigarette elettroniche accende il dibattito in riva al Lario

Domenica 20 Gennaio 2013 Lo pneumologo: «Attenzione alla quantità di nicotina utilizzata» Cinque negozi nel capoluogo, oltre a un elenco sempre più lungo di punti vendita sul territorio provinciale. L’esplosione del fenomeno sigaretta elettronica anche a Como è un dato di fatto oggettivo. E l’ordinanza di divieto emanata dal Comune di Lomazzo, prima nel suo genere, sta diventando un caso simbolo su scala nazionale. Il dibattito sembra destinato a tenere banco. E anche il mondo scientifico e la classe medica faticano ad arrivare a una presa di posizione univoca. Nel frattempo, è sempre più frequente vedere fumatori digitali che “svampano” un po’ ovunque, mentre il conto dei punti vendita della sigaretta elettronica a Como comprende già cinque locali – nelle vie Cavallotti, Leoni, Borsieri, più due in via Milano – che a breve dovrebbero diventare sei. «Colpisce prima di tutto l’esplosione del fenomeno – sottolinea Antonio Paddeu, pneumologo, responsabile dell’unità operativa di riabilitazione respiratoria dell’ospedale di Mariano Comense – Fino a questo momento, il ministero della Salute in Italia ha sottolineato che non ci sono certezze sull’utilizzo. Credo sia giusto ricordare che, per l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il fumatore è a tutti gli effetti una persona con una dipendenza. Ci sono poi due categorie: i fumatori dipendenti da nicotina e quelli che potrebbero invece fare a meno della nicotina perché per loro il vizio del fumo è più legato alla gestualità, al rituale della sigaretta. Il pericolo maggiore riguarda chi ha una dipendenza dalla nicotina». I fumatori elettronici possono utilizzare una soluzione con o senza nicotina. «Un vantaggio certo è che si evita il cosiddetto fumo passivo, inesistente nelle sigarette elettroniche e invece significativo nel caso di quelle tradizionali – sottolinea Paddeu – Per quanto riguarda l’acquisto e l’utilizzo della sigaretta elettronica, invece, per quanto siano vietati ai minori di 16 anni, la possibilità di reperire il prodotto facilmente on line fa crescere il rischio di accesso alla nicotina anche per ragazzi giovanissimi. Inoltre, un secondo pericolo riguarda gli ex fumatori che, con la scusa di un prodotto che si presume non dannoso, rischiano di ricadere nel vizio». «Il fumo è e rimane una dipendenza – continua Paddeu – Il fumatore affida a qualcuno la speranza di trovare una soluzione del problema. In questo caso, affida alla sigaretta elettronica la voglia di smettere di fumare. C’è chi ci riesce e ciò è naturalmente positivo. È importante, comunque, per chi si avvicina a questo prodotto prestare la massima attenzione alla nicotina e alla quantità che effettivamente se ne assume. Sul fronte dei rischi per la salute, i fumatori elettronici che utilizzano una soluzione con nicotina subiscono in ogni caso un danno, mentre non ci sono ancora studi certi sulle conseguenze delle soluzioni prive di nicotina». Sul fronte più commerciale, come detto, il dato oggettivo è l’apertura di molteplici punti vendita specializzati proprio in sigarette elettroniche di diverse case produttrici. «Il fenomeno ha preso piede – sottolinea Nicola Andreatta, titolare di una rivendita a San Fermo della Battaglia – Sul fatto che non ci siano studi e ricerche chiare, credo che sia solo perché questo tipo di indagini hanno bisogno di tempo. Per citare la mia esperienza personale, ho deciso di aprire un negozio perché la sigaretta elettronica ha funzionato per me e per altri familiari. Da fumatore accanito sono passato a un massimo di 3 sigarette al giorno, mia moglie ha smesso completamente». Una sigaretta elettronica può costare da 25-30 euro fino a 100 e oltre, soprattutto per chi sceglie la pipa. Molteplici le varianti sul fronte delle soluzioni da “svampare”. «Gli aromi sono decine – spiega Andreatta – I fumatori scelgono soprattutto quelli che si possono definire “tabaccosi”, altri si sbizzarriscono nei modi più diversi. Questo è l’aspetto per così dire ludico della sigaretta elettronica». Gli aromi con nicotina prevedono concentrazioni che variano da 8 a 24 milligrammi per 10 millilitri di liquido. «È comunque una concentrazione nettamente inferiore rispetto a quella delle sigarette tradizionali – conclude Nicola Andreatta – Spesso i clienti partono con una concentrazione più elevata e poi la diminuiscono progressivamente». Anna Campaniello