Resta un giallo la morte del comasco in Spagna

Resta un giallo la morte del comasco in Spagna

La moglie al telefono: «Due anni fa aveva avuto un infarto, prendeva delle pillole» Trenta giorni di segreto istruttorio per il “giallo” di Cartagena. Un mese di silenzio, al termine del quale gli investigatori iberici renderanno pubbliche le ipotesi sulle cause della morte di Antonio Aceto, 44enne di Vertemate con Minoprio trovato senza vita venerdì scorso nei pressi di Cartagena, nella comunità autonoma di Murcia, in Spagna. Gestore fino a due mesi fa della gelateria Pinko Pallino di Vighizzolo (Cantù), Aceto a giugno era partito per la Spagna, dove aveva aperto un’altra attività nel settore della ristorazione. Un ristorante-pizzeria gestito con un socio comasco, lo stesso che ha informato in Italia Marcella Aceto della morte del marito. Omicidio L’ipotesi di reato su cui indaga la magistratura di Cartagena è omicidio. Lo ha confermato ieri la Farnesina dopo aver ricevuto il rapporto ufficiale dal Consolato generale di Barcellona. Rapporto in cui si informava della morte di Aceto. Il ministero degli Esteri ovviamente sapeva del fatto, nei giorni scorsi era rimasto in contatto con i diplomatici di Barcellona, ma l’informativa di ieri sera ufficializza la notizia. Nelle poche righe trasmesse a Roma non si fa alcun cenno all’autopsia. L’esito dell’esame era atteso per ieri, ma non v’è certezza nemmeno del fatto che l’autopsia sia stata ancora eseguita. Di conseguenza, non si sa quando le autorità spagnole autorizzeranno il rimpatrio della salma. Il corpo di Aceto era stato trasportato venerdì all’istituto di medicina legale di Cartagena. I magistrati della città spagnola coprono gli sviluppi del caso con un segreto istruttorio che cadrà tra un mese. In casi simili, anche la Procura di Roma apre automaticamente un fascicolo. La famiglia di Aceto è in contatto con il Consolato generale italiano di Barcellona, anche se la moglie Marcella lamenta di non ricevere praticamente alcuna notizia in ragione del segreto istruttorio. Un “giallo” Il mistero della morte di Aceto ha occupato le pagine dei giornali locali spagnoli, specialmente La Verdad e La Opinion. Sabato scorso i giornali iberici scrivevano che a Los Belones era stato trovato «un cadavere con tre colpi di pistola nel petto». Un particolare che, per ora, non ha trovato conferme. La Verdad specificava che «il cadavere era in posizione supina». Secondo le ricostruzioni dei giornali locali, il cadavere è stato trovato nella località di Los Belones, attorno alle 9 di venerdì mattina da un contadino di origini maghrebine. L’uomo avrebbe visto il corpo di Aceto in un avvallamento del terreno, tra i cipressi, in una strada sterrata non lontana dal lussuoso sporting club La Manga. L’auto della vittima, una Fiat Panda rossa targata Como, era abbandonata vicino al cadavere con una portiera aperta e le chiavi nel cruscotto. La moglie È in attesa di notizie anche la moglie, Marcella Aceto, la quale pensa che il marito possa essere morto per un malore. «Ho appreso della sua morte dal socio, ma non so nulla di più – dice al telefono – Antonio era in Spagna da giugno, gestiva un ristorante appena aperto». A suffragio dell’ipotesi che Antonio Aceto sia morto in seguito a un malore, la donna spiega che «due anni fa aveva avuto un infarto, era guarito ma prendeva ancora delle pillole. Io credo che si sia sentito male». La preoccupazione della donna, sposata con Aceto da diciassette anni, è adesso di tutelare i quattro figli minorenni. Il più piccolo ha soltanto 9 anni, il maggiore 16. Andrea Bambace