Furti d’auto, la tecnica “CAN” dilaga | C’è un punto da blindare subito: i ladri lo colpiscono in 30 secondi

Furti d’auto, la tecnica “CAN” dilaga | C’è un punto da blindare subito: i ladri lo colpiscono in 30 secondi

Furti auto - (Foto di Kris da Pixabay) - corrieredicomo.it

Un metodo di furto silenzioso e tecnologico sta cambiando le regole: non più solo serrature forzate o duplicati. Ecco che si sono inventati

Negli ultimi anni i malviventi hanno messo a punto una strategia che sfrutta le reti interne delle automobili — note come CAN bus — per inviare comandi falsificati e ottenere l’apertura e l’avviamento del veicolo senza la chiave.

Si tratta di attacchi che non lasciano segni evidenti di effrazione e che, in alcuni casi documentati, hanno permesso di portare via automobili in pochi minuti.

La tecnica si basa sull’accesso fisico a un punto della carrozzeria dove i cablaggi risultano più esposti, spesso intorno ai fari o ad altre componenti anteriori: una volta collegato un dispositivo che “inietta” messaggi sulla rete (da qui il termine “CAN Injection“), il sistema di bordo può essere ingannato come se stesse ricevendo comandi dal ricevitore della chiave. In pratica, i ladri imitano il linguaggio elettronico dell’auto e la fanno obbedire.

Perché funziona (e perché è così pericoloso)

Il problema è in parte tecnico e in parte ergonomico: il protocollo CAN, nato decenni fa, non prevede autenticazione dei messaggi né cifratura. Questo significa che, chi riesce a inserirsi fisicamente nella rete interna del veicolo può inviare comandi che vengono trattati come legittimi. La semplicità d’uso di questi strumenti e la loro disponibilità sul mercato nero hanno diffuso rapidamente la pratica tra bande specializzate.

Un altro elemento che rende l’attacco efficace è l’individuazione di punti di accesso “pratici”: i cavi che portano segnali fino ai gruppi ottici o a moduli esterni possono essere raggiunti rimuovendo parzialmente il faro o il paraurti. In alcuni resoconti, la manovra di accesso e l’iniezione durano davvero pochissimo, tanto che si parla di pochi secondi o al massimo di un minuto per compromettere il veicolo — un tempo che rende difficili gli interventi in tempo reale da parte di passanti o vigilanza.

Tecnica CAN Injection, occhio anche ai fari – Pexels – corrieredicomo.it

Come difendersi e quale punto blindare subito

La prima regola pratica è limitare l’accessibilità ai cablaggi esterni: coprire e sigillare le aperture intorno ai fari, proteggere i moduli con scatole solide e adottare sistemi che disattivino l’alimentazione alla rete CAN quando l’auto è spenta sono contromisure efficaci. Alcune soluzioni aftermarket offrono schermature o interruttori che interrompono la linea quando il veicolo è parcheggiato, rendendo difficile un accesso rapido. È fondamentale inoltre evitare di lasciare componenti diagnostici esposti e segnalare subito ai servizi di assistenza qualsiasi manomissione ai gruppi ottici.

In Italia stanno aumentando le segnalazioni di furti che sfruttano questa tecnica, con inviti alle forze dell’ordine e ai costruttori a intervenire tempestivamente sul design e sull’assemblaggio dei cablaggi esterni. Blindare la zona dei fari e rendere inaccessibili i punti di collegamento esterni appare oggi il passo più urgente: è lì che, secondo più casi investigati, i ladri si inseriscono e, in una manciata di secondi, fanno partire la macchina. Una prevenzione semplice può ridurre drasticamente il rischio che il vostro parcheggio diventi l’obiettivo di un’operazione così rapida e tecnologica.