Più di 50 presenze al Como, ma una carriera rovinata dalle rapine | Ha fatto la muffa in galera
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Più di 50 presenze al Como, e un talento senza dubbio fuori dal comune: ma anche una carriera rovinata dalle rapine. Sì, proprio così: rapine. Ha fatto la muffa in galera: e le pagine dei giornali ne hanno parlato a lungo.
Spesso, si sa, la carriera dei calciatori, specialmente di quelli più noti e talentuosi, è segnata da vere e proprie sliding doors, momenti decisivi che possono cambiare completamente il corso della loro vita sportiva e personale.
Un gol sbagliato, un rigore parato, un infortunio, una scelta di mercato: basta un episodio, un dettaglio, per determinare il futuro di un atleta.
La linea che separa la gloria dalla delusione è sottile, e lo sanno bene tutti coloro che hanno vissuto l’altalena di emozioni che il calcio sa regalare.
Ci sono calciatori che, grazie a una decisione coraggiosa o a un colpo di fortuna, hanno scritto pagine indelebili di questo sport. Altri, invece?
Il calcio, il carcere, il Como: la sua storia ha dell’incredibile
Altri si sono trovati dalla parte sbagliata del destino, vedendo sfumare occasioni irripetibili per un soffio. È proprio questo intreccio di casualità, talento e tempismo che rende il calcio così umano e imprevedibile. O magari errori. Anche le scelte fuori dal campo, infatti, contano: il procuratore giusto, la squadra ideale, il momento in cui dire addio o cambiare maglia. Ma soprattutto la vita fuori dal campo di gioco.
Ogni decisione pesa, ogni deviazione può segnare la differenza tra una carriera leggendaria e una storia di rimpianti. Oppure può segnare non solo la carriera, ma anche la vita di una persona in un senso o nell’altro. E la cronaca ce lo ha raccontato diverse volte, in effetti. E questa è una di quelle.

Ecco che cosa gli è successo
Forse più di qualcuno si ricorderà del luminoso talento cristallino di Ismail H’Maidat. Una esplosione calcistica molto precoce in giovane età, il super agente, Mino Raiola che ne assume e la rapida ascesa anche in Italia. Brescia, Roma, e H’Maidat si illude di poter toccare i picchi della serie A: va a farsi le ‘ossa’ ad Ascoli e a Vicenza, poi arriva la chiamata del Marocco, che lo fa esordire in Nazionale e, infine, la scelta di cambiare aria, complice – pare – anche un carattere non semplicissimo.
Firma coi portoghesi dell’Olhanense, poi in Belgio con il Westerlo ed è proprio nella celebre terra della debacle napoleonica che lui vive la sua: il 10 febbraio 2018 il ventiduenne H’Maidat viene arrestato dalla polizia belga con l’accusa di aver preso parte a 5 rapine a mano armata in un casinò. Indizi e indizi che sembrano forti, e malgrado una testimonianza che lo scagionerebbe, viene giudicato colpevole e condannato a 46 mesi di carcere, circa quattro anni di galera, di cui almeno 26 da scontare prima senza libertà vigilata. Le indagini però vanno avanti e dopo dieci mesi viene proclamato: incredibile errore giudiziario. Scarcerato, prova a ripartire con il calcio: gli dà fiducia è il Como, neopromosso in Serie C. Torna a giocare l’11 agosto 2019 nella sfida di Coppa Italia Serie C contro il Gozzano: 2021 festeggia con i lariani la promozione in Serie B. Il calvario, è finito.
