Separiamo italiani e stranieri: nascono le scuole per i migranti | Sono riservate solo ai bimbi di altri paesi

Scuola

Diversi istituti scolastici presentano un elevato numero di studenti stranieri - Corrierecomo.it - foto Canva

La nuova proposta del governo spacca l’opinione pubblica: da ora ci saranno le classi formate solamente da studenti italiani.

Negli ultimi il dibattito legato all’integrazione degli alunni di origine straniera negli istituti scolastici si è fatto sempre più acceso, complice l’incremento delle famiglie immigrate che risiedono nelle varie città del Bel Paese.

A questo proposito l’opinione pubblica si è divisa: mentre alcuni non hanno alcuna obiezione, altri ancora si dichiarano contrari alla loro presenza all’interno delle classi composte in gran parte da studenti italiani in quanto il progresso didattico può risentirne.

L’esempio più emblematico ed estremo arriva dal paesino lombardo di Gallarate, dove una scuola conta ben 126 alunni stranieri su 130 totali. Molti, tra residenti e leoni della tastiera, hanno cominciato a parlare di vere e proprie scuole ghetto. Ma come mai si è arrivati a questo punto? Le ragioni sono più profonde di ciò che si pensa.

Un paese diviso: chi ha ragione?

Il caso di Gallarate non è sicuramente l’unico presente in Italia, ma non si tratta di un’imposizione politica. Bensì molte famiglie italiane preferiscono evitare contesti scolastici in cui l’italiano viene parlato poco e scelgono quindi altre scuole per i figli, pubbliche o paritarie.

Il ministro dell’istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha recentemente ricordato come la dispersione degli stranieri all’interno degli ambienti scolastici superi il 30%. Basti pensare che negli istituti delle periferie del nord, la percentuale è la più alta. Il problema è che in tali situazioni il rendimento complessivo si dimostra drasticamente più basso rispetto alla media regionale e nazionale.

Classe elementare
Diversi istituti scolastici presentano un elevato numero di studenti stranieri – Corrierecomo.it – foto Canva

La soluzione: copiare il sistema di altri paesi europei

A prescindere dalle opinioni personali, il caso di Gallarate non può e non deve lasciare indifferente. Non si tratta di colpevolizzare le famiglie italiane che non mandano in queste scuole i propri figli né tanto meno di razzismo. L’obiettivo di ogni genitore è semplicemente quello di garantire un percorso educativo più lineare. Da diversi anni diversi comuni si sono impegnati a investire risorse nel progetto NAI (nuovi arrivati in Italia) mirato ad affiancare educatori scolastici nelle classi con più stranieri. Così facendo la didattica non ne risente particolarmente.

Tuttavia molti concordano sul fatto che si necessita un intervento strutturale, magari implementando ciò che gli altri paesi europei come Francia e Germania stanno già facendo: prima dell’inserimento nelle varie classi, gli alunni stranieri di prima generazione frequentano dei percorsi di alfabetizzazione. Tale proposta, già avanzata dal ministro Valditara, potrebbe evitare che in futuro si ripresenti una situazione simile a quella avvenuta a Gallarate.