Ultim’ora Milan-Como: non si gioca più in Australia, ma negli USA | Ancora più soldi per i club
milan-lapresse- corrierecomo
Ultim’ora Milan-Como: non si gioca più in Australia, ma negli USA. La questione ormai è aperta: la globalizzazione incombe. Ma come finirà? Ancora più soldi per i club: ecco cosa sta realmente accadendo e chi giocherà all’estero.
Sempre più spesso si parla di un calcio globalizzato, un calcio che non conosce più confini, né barriere geografiche o temporali. Oggi possiamo dirlo con certezza.
Possiamo seguire in diretta una partita che si gioca a migliaia di chilometri di distanza, comodamente seduti sul divano di casa.
E tutto grazie a piattaforme digitali e abbonamenti streaming che hanno reso tutto accessibile e immediato. La globalizzazione, in questo senso, è totale.
E di norma, viene intesa come una sorta di legame invisibile che unisce persone, culture e passioni al di là del contatto diretto o del dove ci si trovi. Oppure no?
Cambia il calcio: non ci sono più confini
Ma se fino a ora il fenomeno si è limitato alla trasmissione degli eventi, il grande tema che emerge in questi giorni è un altro: e se le nostre partite si giocassero davvero all’estero? Non più solo guardare il calcio globale, ma esportare concretamente il nostro calcio in Asia, negli Stati Uniti o in Australia. Un’ipotesi che, da suggestione, si sta trasformando in un dibattito reale.
L’idea nasce dall’interesse crescente dei mercati stranieri per la Serie A e le altre leghe europee. Paesi come la Cina, il Giappone e gli Emirati Arabi, ma anche gli Stati Uniti, rappresentano bacini enormi di pubblico e di investimenti. Giocare lì significherebbe espandere il marchio del calcio italiano, attirare nuovi sponsor, vendere più diritti televisivi e rafforzare il peso economico delle società. E non sarebbe del resto neanche la prima volta.

Polemiche e pressioni, non si gioca più in Australia, ma altrove
Tuttavia, non mancano le perplessità. Come nel caso di Milan-Como, di cui si sta parlando di continuo. Ci sarebbero, ad esempio, “forti pressioni esterne” affinché non si giochi più in Australia, come pure era stato definito. Ma dove? Il match in questione, che è in cartello a Febbraio è in bilico.
Come riporta il quotidiano britannico The Guardian, la Confederazione asiatica starebbe andando incontro a ipotetiche “forti pressioni esterne” per non dare l’autorizzazione al match. L’Australia fa parte della Confederazione asiatica e non di quella dell’Oceania, quindi la scelta sulla sfida tra Milan e Como passa dall’ok dell’AFC. Ma non solo, mentre l’UEFA ha detto di sì, mancherebbero i consensi di FIFA, e federcalcio australiana. E chissà dunque se a quel punto non si decida di giocare altrove, magari in USA.
