La patente B non basta più: ormai dovrai prenderne una nuova | Il governo ci fa spendere altri soldi

Patente - corrierecomo

Patente - corrierecomo

La patente B non basta più: ormai dovrai prenderne una nuova. Incredibile: il governo ti impone una licenza ulteriore, e non potrai proprio evitarlo. Ci fa spendere altri soldi: ma altrimenti, non sarai libero.

Poter disporre di un titolo che ci consenta di fare qualcosa — che si tratti di esercitare una professione, di compiere un’azione o semplicemente di godere di un diritto — è un mantra incrollabile.

Parliamo di uno dei concetti più elementari ma, al tempo stesso, più fondamentali della nostra società moderna. Viviamo in un mondo ormai rivoluzionato, certo.

Eppure ogni competenza deve – o almeno dovrebbe – essere dimostrata, certificata, convalidata da un titolo ufficiale che sancisca la nostra idoneità a svolgere un determinato compito.

Dal titolo di studio in poi, tutto passa per una conquista concreta: la conoscenza non basta, serve il riconoscimento formale, l’attestazione.

Non solo la patente B, ora ne serve un’altra

Serve, insomma, il documento che dimostri che quella conoscenza è stata effettivamente acquisita secondo regole e standard comuni. È il modo con cui la società garantisce sicurezza, fiducia, qualità e legalità. Senza titolo, non si può. L’esempio più lampante, e vicino alla quotidianità di tutti, è quello della patente di guida di tipo B.

Non basta saper guidare: serve la patente, serve cioè il titolo che certifica che sei stato istruito, esaminato, valutato e che hai dimostrato di possedere tutte le competenze necessarie per condurre un veicolo in sicurezza. Guidare senza patente, dunque, non è semplicemente un’infrazione: è la negazione stessa del principio di titolarità, il rifiuto dell’idea che ogni azione di responsabilità debba essere legittimata da un percorso di apprendimento e verifica. Ma ora neanche la patente B ci basta.

Donna con patente -
Guida con la patente -Corrierecomo.it – foto Canva

Ecco la nuova patente che ti serve

Questo concetto si estende a ogni ambito: dal medico che non può esercitare senza abilitazione, all’insegnante senza laurea e concorso, fino al semplice ‘produttore’ di contenuti. Ovvero sia? Colui o colei che, parlando o ‘postando’, informa gli altri. Di fatti o di opinioni, non fa – quasi – più differenza.

Ecco di cosa parliamo: del patentino per gli influencer, una nuova regola messa in Cina. Forse non tutti sanno, infatti, che nel grande paese asiatico gli influencer che parlano di argomenti professionali, da oggi devono avere un patentino che ne certifichi la qualifica. Che trattino temi economici, sociali, sanitari, che parlino di politica o di lifestyle, devono avere una certificazione, un titolo che ne garantisca la competenza, o non saranno tollerati.