La legge del taglione arriva in Italia: annuncio del presidente | Se sbagli muori

Meloni nuova tassa - corrierecomo

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La legge del taglione arriva in Italia: annuncio del Presidente. La dura e ‘antica’ legge non fa sconti a nessuno. E indietro non si torna. Se sbagli muori. Zero dubbi: ma non zero discussioni. Lo sgomento dilaga.

Chi non conosce la legge del taglione? Una delle norme più antiche e controverse della storia dell’umanità, citata in testi sacri, discussa da filosofi, giudici e storici.

E ancora oggi evocata ogni volta che si parla di giustizia e punizione. La sua celebre formula — “occhio per occhio, dente per dente” — è diventata nel tempo un modo di dire. Ma c’è un ma.

Esatto:  dietro queste parole si cela un concetto molto più complesso e, per certi versi, ancora attuale. Anzi, stando a quanto sta accadendo, fin troppo attuale.

La legge del taglione risale a millenni fa: la si trova nel Codice di Hammurabi, una delle prime raccolte di leggi scritte della storia, risalente alla Mesopotamia del XVIII secolo a.C.

La legge del taglione, oggi viene riproposta

Il suo principio era chiaro: la pena doveva essere proporzionata al danno. Se qualcuno causava un male, doveva subirne uno equivalente. Non si trattava — come spesso si crede — solo di vendetta, ma di una forma primordiale di equilibrio giuridico, volta a impedire che le ritorsioni diventassero infinite e distruttive.

Nel tempo, la legge del taglione ha assunto molte interpretazioni. Alcuni l’hanno vista come un passo avanti rispetto alla vendetta privata, perché imponeva un limite, una misura. Altri, invece, l’hanno sempre considerata una regola disumana e crudele, simbolo di una giustizia cieca e punitiva.  Eppure, ancora oggi, nel linguaggio comune e nel dibattito pubblico, la legge del taglione viene evocata.

 

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Lo ha detto anche il Presidente: che torni la legge del taglione

Quando si parla di reati gravi, ingiustizie o pene troppo leggere, c’è sempre qualcuno che invoca un ritorno a quella “giustizia diretta”, immediata. Di recente lo ha detto anche, in piazza, il Presidente dell’associazione palestinesi in Italia.

“La rivoluzione ha le sue leggi […] da applicare sui collaborazionisti che hanno ucciso […] devono essere uccisi: è la legge del taglione, chi uccide va ucciso”, ha tuonato, in estrema sintesi, come si evince anche dal video riportato da Andrea Cassani. Ma questo tipo di ragionamento, non può che far aumentare, acuendole, le distanze anche solo concettuali tra posizioni che dovrebbero, al contrario, essere riavvicinate il più possibile nel nome di una pace che può e deve essere cercata, prima ancora che raggiunta nel quotidiano, su carte firmate a livello istituzionale.