L’Accademia della Crusca approva: inserita una nuova parola nel vocabolario | Non l’avevi mai sentita

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L’Accademia della Crusca approva: da un momento all’altro, ecco che viene inserita una nuova parola nel vocabolario. Di quale parliamo? Non l’avevi mai sentita: e di mancherebbe. Il neologismo sta per dilagare ovunque, adesso.
“Parole, parole, parole”, cantava Mina in uno dei brani più iconici della musica italiana, e mai citazione fu più adatta per descrivere il nostro tempo.
Le parole, da sempre, sono lo specchio della società in cui viviamo: cambiano, si adattano, si trasformano con noi e attraverso di noi.
Oggi, più che mai, l’evoluzione linguistica è sotto gli occhi di tutti, complice la tecnologia, i social media e la velocità con cui le informazioni — e i modi di dire — si diffondono.
Ogni giorno nascono nuove parole, spesso frutto di fusioni, abbreviazioni o adattamenti: neologismi che, pur non esistendo ufficialmente, diventano parte del linguaggio quotidiano.
Nuove parole, nuovi modi di dire: come in questo caso
Si tratta di termini che nascono dal basso, dal parlato, e che si impongono fino a raggiungere un uso talmente diffuso da entrare nei dizionari. È così che parole come “apericena”, “petaloso”, “spoilerare” o “cringe” sono passate dal gergo informale alla lingua riconosciuta. Questa evoluzione, però, non è sempre vista con entusiasmo.
C’è chi sostiene che la lingua si impoverisca, invasa da termini stranieri, soprattutto anglicismi, e da un linguaggio sempre più semplificato, figlio dei social e delle chat. Altri, invece, ritengono che si tratti di una naturale forma di adattamento, segno di una lingua viva, capace di assorbire e rielaborare le influenze culturali di un mondo sempre più globale.

E ora chiedono che l’Accademia la integri
Le parole, in fondo, sono strumenti dinamici, e la loro forza sta proprio nella capacità di rappresentare il cambiamento. Se una parola viene usata da milioni di persone, allora in un certo senso “esiste”, anche se non è ancora stampata su un vocabolario. È così che si formano le mode linguistiche, i meme verbali, le espressioni che nascono e muoiono nel giro di pochi mesi, ma che raccontano perfettamente un’epoca.
Oggi la lingua è ibrida, fluida, veloce, proprio come la società che la parla. E forse, dietro ogni nuova parola, ogni crasi o ogni neologismo, si nasconde la nostra voglia di dare un nome nuovo alle cose, per raccontare il mondo che cambia. Come in questo caso, con l’idea – perché è di questo che si tratta – avanzata dal Pancio, un famoso content creator calcistico famoso sui social che ha inventato un novo modo di dire, una nuova parola. Quale? Sarebbe questa: “pareon”. Che cosa vorrebbe dire? Sarebbe la fusione tra ‘on’ e ‘pareggio’. Ovvero, qualcosa che porta due soggetti a ‘pareggiare’, in modalità ‘on’, rispetto a circostanze che li riguardano. Ad esempio: tu hai cucinato, io ho lavato i piatti, siamo in pareggio. Siamo in pareon. Ovviamente, è solo una idea, l’Accademia della Crusca, almeno per ora, non c’entra.