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La comunità marocchina è la più numerosa nelle carceri italiane e tra le più difficili da rimpatriare - Corrierecomo.it - foto Instagram
Una nota e vasta comunità straniera presente ormai da decenni nel Bel Paese rischia di non poter più rimanere.
Negli ultimi anni l’immigrazione nel Bel Paese è aumentata in maniera notevole, come dimostrato dalle statistiche ufficiali, secondo le quali nel biennio 2023-2024 si è registrato un incremento del 31%, complice l’esplosione di vari conflitti internazionali così come di altri fattori determinanti.
Secondo i più critici, questo fenomeno è strettamente collegato all’innalzamento della criminalità. È corretto tuttavia sottolineare che gli studi portati avanti su questo tema smentiscono categoricamente l’esistenza di un legame causale.
Per quanto riguarda il caso italiano, sono emersi comunque dei dati interessanti: c’è una comunità straniera che mostra un’incidenza criminale molto più elevata rispetto alle altre popolazioni di immigrati che risiedono sul territorio nazionale.
Criminalità in aumento per una parte di popolazione di origine straniera
Ad oggi il 31% di detenuti nelle carceri è straniero e un quinto di questi è originario del Marocco. Nonostante i marocchini rappresentino lo 0,7% della popolazione italiana, mostrano una fortissima incidenza criminale.
Questa comunità è la terza per numero di presenze ma la prima per detenuti. Su 60 mila persone rinchiuse in carcere, oltre 4 mila provengono dal paese nordafricano. Ciò significa che 1 marocchino su 4 è in Italia è in carcere per reati che variano dal semplice furto all’omicidio.

I rimpatri sono sempre più difficili e rari
Chi non è cittadino italiano, in caso di reato, è soggetto al rimpatrio nel proprio paese di origine. Però, la procedura non è così semplice come si pensa poiché si può confrontare con vari ostacoli, come hanno avuto modo di imparare le forze dell’ordine. Nel 2023 solo il 47% degli stranieri inviati nei centri per rimpatri (cpr) è stato effettivamente rimpatriato e questa percentuale crolla se si tiene in considerazione la comunità marocchini.
Infatti, solo il 17% di questi ultimi è stato rimandato al loro paese. Ciò accade per una serie di motivi, tra cui le difficoltà burocratiche, la violazione dei diritti umani durante il rimpatrio forzato, e la complessità del rientro dei minori. Per migliorare il sistema di rimpatrio, servirebbero degli strumenti diplomatici più convincenti affinché il paese di provenienza possa accogliere nuovamente i loro compatrioti.