Vietato il cellulare al lavoro: la nuova norma è già in vigore | Se ti beccano sei licenziato

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Vietato il cellulare al lavoro: ora è ufficiale, passa la nuova norma, ed è già in vigore. Non potrai più farlo da ora in avanti. Se ti beccano sei licenziato. Ti cacciano su due piedi e non avrai più il tuo stipendio.
Lavorare, oggi più che mai, è al tempo stesso un diritto fondamentale e un privilegio prezioso. In un contesto economico e sociale caratterizzato da incertezza, è bene saperlo.
Tra crisi cicliche e instabilità occupazionale, riuscire a trovare un impiego stabile rappresenta per molti un traguardo complesso. Ma ancor più tenerselo.
Esatto: le difficoltà non si limitano alla ricerca, anche mantenere il posto conquistato può rivelarsi impegnativo e a volte molto, molto rischioso.
Non sempre, infatti, le cause di un licenziamento sono legate esclusivamente a logiche aziendali o a situazioni di mercato. In alcuni casi, è colpa ‘nostra’.
Ecco perché non lo devi usare
A pesare sono i comportamenti dei lavoratori stessi, che – spesso inconsapevolmente – possono compromettere la fiducia del datore di lavoro. Ciò vale in particolare per quelle abitudini scorrette che, se protratte o reiterate, possono costituire vere e proprie infrazioni disciplinari.
Un esempio emblematico riguarda l’uso dei cellulari personali e dei social network durante l’orario di lavoro. Se un tempo la principale distrazione poteva essere la chiacchierata con un collega, oggi lo smartphone rappresenta una tentazione continua: messaggi, notifiche, chat, e-mail private o navigazione online. Tutto questo, oltre a ridurre la concentrazione e la produttività, può tradursi in un danno diretto per l’azienda, soprattutto in contesti in cui la tempestività e l’attenzione sono cruciali.

Vietati i cellulari a lavoro: ti licenziano
Le aziende, di fronte a tali situazioni, hanno a disposizione diversi strumenti di tutela disciplinare. Si parte dal richiamo verbale, spesso utilizzato come primo avvertimento per far comprendere la gravità del comportamento. Se la condotta dovesse ripetersi, si può passare al richiamo scritto, che entra a far parte del fascicolo personale del dipendente.
Nei casi più gravi o reiterati, l’esito può arrivare fino al licenziamento per giusta causa, con conseguenze pesanti sia dal punto di vista professionale che personale. La normativa, pur tutelando i lavoratori da abusi o decisioni arbitrarie, riconosce ai datori di lavoro la possibilità di intervenire laddove venga meno il rapporto fiduciario che rappresenta la base di ogni rapporto contrattuale. Essere professionali, rispettare le regole aziendali e limitare le distrazioni: non sono semplici dettagli, ma condizioni indispensabili per conservare e valorizzare un bene tanto importante quanto fragile, il posto di lavoro.