Legge dittatoriale del governo Meloni: pochi giorni ed entra in vigore | Ci stanno togliendo la libertà

Meloni - corrierecomo

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Alcuni si sono spinti a definirla addirittura come una sorta di Legge dittatoriale del governo Meloni: di che cosa stiamo parlando? Ancora pochi giorni ed entra in vigore. “Ci stanno togliendo la libertà”, urlano alcuni.

Ma di che si tratta? E che tipo di applicazioni avrebbe? Ed è proprio così come ci viene raccontata? Focalizziamoci sulla faccenda, per averne una maggior comprensione.

Molto spesso si parla, e ci si batte, per la libertà di espressione. È un principio cardine di ogni società democratica, riconosciuto come diritto fondamentale e protetto dalle costituzioni moderne.

Tale libertà si manifesta in molteplici forme: scrivere, parlare, esprimere opinioni, diffondere contenuti artistici o culturali. Sempre nel rispetto delle leggi.

Nell’epoca dei social e delle comunicazioni digitali, questo diritto ha trovato un palcoscenico globale. Oggi chiunque, con un semplice smartphone, può comunicare in tempo reale con il mondo intero, condividendo idee, immagini, video e riflessioni personali.

Che cosa rischiamo? Ci controllano tutto

Proprio per questo, l’eventualità che tale possibilità venga limitata suscita forti preoccupazioni. È il caso della cosiddetta Legge Chat Control, una proposta normativa che sta facendo discutere in tutta Europa. Secondo i suoi promotori, la legge avrebbe lo scopo di rafforzare la lotta contro la criminalità online, in particolare contro la diffusione di materiale pedopornografico e altre gravi attività illecite. Tuttavia, per come è stata concepita, rischia di trasformarsi in uno strumento invasivo e sproporzionato.

Il meccanismo ipotizzato prevede che ogni messaggio inviato attraverso piattaforme digitali – sia esso un testo, un’immagine, un video o un file – possa essere sottoposto a controlli preventivi. In altre parole, i contenuti scambiati tra utenti privati potrebbero essere letti o analizzati da autorità, forze di polizia o persino sistemi di intelligenza artificiale incaricati di individuare possibili segnali di illegalità.

cellulare - pexels- corrierecomo
cellulare – pexels- corrierecomo

Saremo tutti controllati? Addio privacy

I critici della proposta sollevano dubbi pesanti: un sistema del genere metterebbe a rischio la privacy individuale, creando un clima di sorveglianza costante. L’idea che ogni parola scritta o ogni foto condivisa possa essere visionata da terzi non solo mina la riservatezza, ma rischia anche di limitare la spontaneità e la libertà comunicativa delle persone.

In pratica, ci si troverebbe di fronte a una forma di censura preventiva, un controllo generalizzato che non distingue più tra colpevoli e innocenti. Molti giuristi, associazioni per i diritti digitali e semplici cittadini parlano di un vero e proprio passo indietro per la democrazia. La sicurezza è certamente un valore da tutelare, ma lo è anche la libertà. Trovare un equilibrio tra queste due esigenze è la sfida. Se il Chat Control dovesse essere approvato nella forma più rigida, il rischio sarebbe quello di sacrificare un diritto fondamentale in nome di una protezione che potrebbe minare la fiducia stessa nelle istituzioni.