Ultim’ora: addio per sempre ai buoni pasto | Ennesima brutta notizia per gli italiani: ci danno sempre meno

Lavoratori a mensa (Pexels) - Corrierecomo
La vita dei lavoratori italiani è sempre più a rischio da un punto di vista economico. Adesso nel mirino ci sono i buoni pasto.
I buoni pasto sono da anni uno strumento diffuso nelle aziende italiane. Nati come benefit per integrare il reddito dei lavoratori, vengono concessi in aggiunta allo stipendio e permettono di pagare pranzi, spese alimentari e, in alcuni casi, acquisti in supermercati e negozi convenzionati.
Una sorta di sussidio indiretto che non grava direttamente in busta paga ma che rappresenta, di fatto, un aiuto quotidiano per milioni di famiglie. Accanto a questi, l’Italia ha sempre fatto ricorso a sussidi vari. Bonus fiscali, agevolazioni per famiglie, misure a sostegno della natalità o del lavoro.
Il sistema si regge su una rete complessa di interventi che cercano di alleviare i disagi di una società in continua difficoltà economica. Tuttavia, la distribuzione di questi strumenti non è mai uniforme e finisce spesso per creare squilibri tra chi riceve e chi resta escluso. Ma non è tutto.
La situazione italiana
La situazione economica generale non aiuta. L’inflazione erode stipendi e pensioni, i costi energetici pesano ancora sulle bollette e la spesa quotidiana è diventata sempre più onerosa. In questo contesto, i buoni pasto e simili supporti non rappresentano un lusso ma una necessità che consente a molti di gestire meglio il bilancio domestico.
Eppure, esiste una fascia della popolazione che resta costantemente ai margini degli aiuti. Non è composta da chi vive in condizioni di estrema povertà, né da chi gode di redditi elevati e non ha bisogno di sostegni. Si tratta della cosiddetta “classe di mezzo”, famiglie e lavoratori che guadagnano abbastanza da non poter accedere a bonus e sussidi, ma non sufficientemente da vivere senza difficoltà. Ora potrebbe essere a rischio.

Addio ai buoni pasto
Wired.it ha diffuso le informazioni. Proprio in questo contesto si colloca l’ultima novità: l’addio ai buoni pasto senza tetto minimo di commissione. Dal 1° settembre 2025 entrerà in vigore la norma prevista dal ddl Concorrenza che limita al 5% le commissioni applicabili dalle società emettitrici ai bar, ristoranti e supermercati convenzionati. Oggi, in alcuni casi, queste commissioni arrivano fino al 20%, una soglia insostenibile per molti esercenti.
Dall’altra parte, però, l’Anseb, associazione delle società emettitrici, lancia l’allarme. Il tetto imposto, sostengono, rischia di tradursi in maggiori costi per le imprese che acquistano i buoni per i dipendenti. Secondo i calcoli, l’impatto potrebbe generare un aggravio stimato in circa 180 milioni di euro annui, una cifra che ricadrebbe proprio sulle aziende. Restano quindi divergenze forti sugli effetti reali della riforma: se per alcuni sarà un passo avanti per l’equità del sistema, per altri si tradurrà nell’ennesima complicazione in un equilibrio economico già fragile.