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Inquinamento dell’aria e perdite nella rete idrica. Legambiente boccia il capoluogo lariano

La classifica Como al 78° posto in Italia. Peggiora il voto assegnato dal rapporto “Ecosistema urbano” (m.d.) Como fa un passo indietro e resta nelle retrovie della classifica delle città italiane giudicate più ecosostenibili da Legambiente. A penalizzare il capoluogo lariano, che naviga in 78ª posizione su un totale di 104 città, sono i veleni nell’aria, in particolare le concentrazioni medie di biossido di azoto che collocano Como al 76° posto, gli eccessivi consumi di acqua potabile (79ª posizione), le troppe perdite nella rete idrica, pari addirittura alla metà dell’acqua immessa nei tubi (68° posto), e la persistente scarsità di piste ciclabili, ferme a 2 metri ogni 100 abitanti (68° posto). Le pagelle stilate da Legambiente nella XXI edizione di “Ecosistema urbano”, rapporto sulla qualità ambientale dei capoluoghi pubblicato lunedì dal “Sole 24 Ore”, continuano a relegare Como nelle parti basse della classifica nazionale. Quest’anno il punteggio finale, ovvero il voto complessivo che Legambiente ha assegnato al capoluogo lariano mettendo insieme una serie di indicatori, è peggiorato rispetto all’edizione 2013 di “Ecosistema urbano”: da 44,03 l’indice è sceso a 43,55. Più il valore è prossimo a 100, più una città offre ai suoi abitanti migliori servizi sul fronte dell’inquinamento dell’aria, dell’efficienza della rete idrica, della depurazione, del trasporto pubblico, delle isole pedonali e delle piste ciclabili. Nel complesso, quest’anno il capoluogo risultato più ecosostenibile è Verbania, con un indice pari a 85,61, quello messo peggio è Agrigento, fermo a 12,76. Per quanto riguarda le singole voci prese in considerazione da Legambiente, di positivo a Como va registrato il calo delle concentrazioni di polveri sottili (Pm10), scese da 32 a 28 microgrammi per metro cubo d’aria, risultato che colloca la nostra città a un dignitoso 45° posto su scala nazionale. In miglioramento anche la raccolta differenziata, salita dal 37,4 al 38,8% sul totale dei rifiuti prodotti in città. Un valore che pone Como al 61° posto nella classifica nazionale e che è destinato a migliorare ulteriormente vista la recente rivoluzione della raccolta differenziata. Va tenuto in considerazione il fatto che il rapporto di Legambiente si basa su dati relativi al 2013 e che le nuove regole della raccolta differenziata sono entrate in vigore in città all’inizio dello scorso giugno. Discorso analogo vale per l’indice relativo alla disponibilità di isole pedonali. Il dato per Como è rimasto stabile a quota 0,29 metri quadrati per abitante, valore che piazza il capoluogo lariano al 34° posto nella graduatoria nazionale. Un risultato di tutto rispetto, destinato anch’esso a migliorare nella prossima edizione del rapporto di Legambiente visto che a giugno di quest’anno è entrata in vigore la pedonalizzazione dei Portici Plinio. Como figura nella parte alta della classifica, al 28° posto, anche per quanto riguarda la quantità annuale di spazzatura prodotta in media da ciascun abitante. La città più virtuosa, probabilmente anche per effetto della crisi economica che ha ridotto i consumi, è risultata Oristano, con una media di 377 chili di rifiuti pro capite, seguita da Belluno (383 chili) e Nuoro (386 chili). A Como la spazzatura prodotta è in realtà aumentata, anche se di poco, salendo da 474 a 482 chili per abitante, ma ciò non impedisce al capoluogo lariano di restare nella parte alta della classifica. Tornando alle bocciature di Legambiente, due sono i brutti voti più significativi: i livelli di biossido di azoto nell’aria e le inefficienze della rete idrica. «Per quanto riguarda l’inquinamento dell’aria – commenta Bruno Magatti, assessore all’Ambiente del Comune di Como – ciò che conta è il trend delle concentrazioni di sostanze nocive, non tanto i valori assoluti. E il trend è positivo, in miglioramento». In effetti, anche per quanto riguarda il biossido di azoto, le concentrazioni medie annue sono scese da 50 a 44 microgrammi. Un calo che però non è sufficiente a far risalire Como nella graduatoria nazionale. «Il cambiamento è lento – aggiunge Magatti – Inutile illudersi, occorre tempo. Contano le condizioni climatiche, i comportamenti di ciascuno di noi, i processi di efficientamento degli impianti di riscaldamento, il potenziamento del trasporto pubblico. Se l’inverno in arrivo sarà negativo sul fronte della dispersione degli inquinanti, non escludo, come ultima ratio, di ricorrere a provvedimenti di limitazione della circolazione». Per quanto riguarda, infine, la rete idrica, Magatti afferma che «sarebbe opportuno riuscire a investire risorse per il miglioramento della rete, ma bisogna fare i conti con risorse limitate».

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