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Ebanisti, periti meccanici e tessili. Per loro la disoccupazione non esiste

Mestieri. Ecco i curricula più ricercati all’interno delle aziende del Comasco «Servono tecnici preparati anche dal punto di vista commerciale» (f.bar.) Trovare lavoro è sempre più difficile. A patto di non aver scelto una di quelle professioni apparentemente in via d’estinzione. Può sembrare strano ma, in provincia di Como, i periti, siano essi meccanici o tessili, sono ormai una rarità. Merce talmente pregiata che, poco tempo fa, un’azienda meccanica lariana, in una disperata “caccia all’uomo”, aveva studiato un’operazione di marketing singolare. La strada che costeggiava l’azienda era stata tappezzata con manifesti e affissioni pubblicitarie dove si invitavano i periti meccanici di passaggio a fermarsi, lasciare il curriculum e sostenere un colloquio. L’idea ha funzionato e ora l’impresa ha colmato le carenze organizzative. Un paradosso in un periodo in cui persone altamente qualificate si ritrovano spesso a dover accettare lavori non consoni agli studi fatti. In riva al lago, così, le figure più ricercate sono i periti. «Un giovane con tale qualifica può entrare in azienda e assicurarsi uno stipendio di partenza da 1.300 euro mensili – spiega Graziano Brenna, vicepresidente Unindustria Como – e avere davanti a sé un’ottima carriera». A favorire il rilancio di queste figure, dopo alcuni anni di flessione, contribuisce il Setificio, tornato a far registrare buoni numeri di iscritti. La scuola ha formato generazioni di tessili. Subito dopo i periti, l’altra emergenza è rappresentata dall’assenza di figure commerciali sempre nel comparto serico. «Individui preparati sia tecnicamente che dal punto di vista commerciale, capaci di sostituire le generazioni più vecchie ormai prossime alla pensione o all’uscita dal mondo del lavoro. Sempre più richiesti anche gli operatori Cad e i variantisti». Tutte competenze «che lentamente si stanno riaffermando. Figure utili a rendere, come è oggi, il distretto tessile lariano uno dei più vivaci d’Europa», conclude Brenna. Spostandosi nel settore della meccanica e dell’elettronica, anche qui rimane ambìta la qualifica di perito. «Nel nostro territorio sono attive più di 800 imprese. E il sottobosco creato dalle aziende di dimensioni medio grandi è cresciuto. Proprio qui esiste lo spazio per spendere tali competenze». Scendendo un gradino, in questa classifica, nei comparti citati così come nel settore del legno-arredo c’è poi «un assoluto bisogno di operai specializzati. Figure che ormai hanno poco a che fare con il passato. Si tratta di persone preparate, capaci di utilizzare gli strumenti informatici, i programmi più evoluti e in grado, ad esempio, di gestire una macchina controllo numerico», conclude l’imprenditore. Un’analisi delle necessità del mondo lavorativo arriva anche da Cna. «Tra le professioni artistiche super-specializzate e carenti rientrano l’ebanista, l’intagliatore e tutte le attività legate alla manualità delle lavorazioni del legno. Esistono le scuole che preparano a questi mestieri tradizionali, ma spesso è difficile completare il numero di studenti per corso di studio poiché le richieste del mercato assorbono soltanto pochi addetti – spiega Enzo Fantinato, funzionario responsabile unione produzione Cna Como-Lecco – Nel settore della moda scarseggiano cucitrici e orlatrici che sappiano lavorare a mano». Ambìti, sempre in base a Cna, gli operatori specializzati nella meccanica di precisione, soprattutto laureati, «che però escono dal periodo formativo con poca esperienza sul campo». Fabrizio Barabesi

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