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Presentato il “Don Giovanni” di Graham Vick, una sfida al presente

La stagione del Teatro Sociale Che il Teatro Sociale di Como sia una delle poche realtà lariane che da tempo ha indicato, in tema di cultura, un preciso indirizzo europeo, è fuori discussione. A dar forza a questa via arriva ora una prima, il Don Giovanni di Mozart, attesa il 26 settembre, la cui regia è stata affidata a Graham Vick (nella foto, con Barbara Minghetti, presidente di As.Li.Co), uomo che ama tanto i giovani quanto le provocazioni. Non arrivano infatti inaspettate le parole del celebre maestro pronunciate ieri in conferenza stampa: «La lirica non può essere un privilegio per pochi o per chi si aspetta di trovare in teatro ciò che già conosce. L’arte si deve preoccupare di dare stimoli, di provocare, di disturbare. Poter lavorare con artisti giovani a Como è un privilegio, una gioia. Il mio Don Giovanni – ha proseguito Vick – non ha l’ambizione di piacere a tutti. È una sfida in cui tutto è letto al presente, ma non dimentichiamoci che stiamo parlando di un capolavoro in cui grottesco, volgarità e ossessione per il sesso sono temi dominanti». Poi una riflessione sull’Italia: «Lavorare nel vostro Paese è sempre complicato, ci sono troppi vincoli e troppe leggi. Ma non bisogna abbattersi. Un futuro possibile esiste. Io ci provo portando la mia esperienza, provando a condividere il mio lavoro e la mia visione di teatro democratico, del popolo, con modalità innovative e non convenzionali». Tesi che il bicentenario palco di piazza Verdi ha sposato in pieno, sapendo che per sopravvivere bisogna costruire il pubblico del domani. Non a caso, proprio agli under 30 è dedicata la “Prima Giovani” del 24 settembre, quando il teatro offrirà l’anteprima del Don Giovanni a un costo ridottissimo, con al termine, un dj set. Grande attenzione anche ai “social”, come ha ricordato Chiara Anzani dell’ufficio marketing del teatro: «In un’ottica di promozione di questo grande progetto operistico, e in accordo con Graham Vick, abbiamo pensato che Facebook, Twitter e Instagram potessero fare la loro parte nel comunicare con un linguaggio vicino a tutti le gesta dei nostri amati protagonisti». Parafrasando un celebre film, non è forse azzardato dire che il teatro non è un paese per vecchi. Non più.

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