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Polemiche roventi sulle paratie. Secondo ultimatum dalla Regione sui tempi del nuovo progetto

Politica e territorio Le minoranze compatte criticano il sindaco Mario Lucini (f.bar.) Conto alla rovescia, ultimatum, corsa contro il tempo. Comunque si voglia definire, la scadenza del 30 settembre per consegnare la perizia di variante delle paratie è destinata a segnare una svolta clamorosa – dopo 8 anni di lavori – nel futuro del lungolago. «Il Comune di Como dica se vuole le nostre risorse e agisca di conseguenza, altrimenti le destineremo ad altre emergenze. Il tempo è ampiamente scaduto». A parlare è l’assessore regionale all’Economia, Massimo Garavaglia, il quale lancia il secondo avvertimento al sindaco Mario Lucini. Un’altra doccia ghiacciata dopo le dichiarazioni dell’assessore regionale al Territorio, Viviana Beccalossi: «Regione Lombardia è stata fin troppo paziente. Entro fine mese va consegnata la variante». Messaggi inequivocabili in arrivo da Milano che si scontrano, però, con la calma apparente che si respira negli uffici di Palazzo Cernezzi. «A fine settembre devo chiudere il bilancio – dice Garavaglia – non si possono lasciare fermi 11 milioni aspettando che il Comune trovi una soluzione, visto che da 2 anni deve semplicemente presentare un progetto». Il sindaco, dal canto suo, ha ribadito di voler rispettare i tempi. Rassicurazioni che non convincono però i consiglieri di minoranza. «Era ora che la Regione constatasse la situazione – dice Sergio Gaddi, Forza Italia – La verità è una sola: il sindaco ha promesso di rivoluzionare il progetto del lungolago senza essere in grado di farlo. Se avesse portato avanti la perizia pronta e disponibile al tempo della sua elezione, nel 2012, oggi forse i lavori sarebbero quasi terminati. Lucini ha vinto le elezioni prendendo in giro i comaschi ma i nodi ora vengono al pettine – aggiunge – In passato ho fatto richiesta di accesso agli atti per visionare il progetto che andava depositato entro il 31 dicembre 2013 ma ho visto soltanto pochi fogli di carta. Alla fine, vero paradosso, il piano attuale potrebbe essere identico a quello di due anni fa». Il Pirellone ha sollecitato il Comune a gennaio, aprile, maggio, giugno e luglio di quest’anno. Ora gli ultimatum. «A Milano hanno voluto dare la sveglia al sindaco – dice Laura Bordoli, Ncd – Stiamo aspettando dal 2012. Comprendo le inevitabili difficoltà ma ora bisogna muoversi, anche perché non si possono tenere fermi a lungo i fondi destinati a Como. Noi più volte abbiamo chiesto un consiglio comunale aperto per conoscere la realtà. Ora bisogna dare le risposte». Minoranze mai così compatte nel criticare l’operato del primo cittadino. «Le parole in arrivo da Milano mi sembrano il minimo, visto che siamo ancora in questa situazione – ribatte Diego Peverelli, capogruppo Lega Nord – Questi amministratori erano tanto bravi a criticare quando erano dall’altra parte ma per ora ascolto solo proclami senza soluzioni». Intanto, i documenti sono al vaglio della Sacaim. L’impresa veneta che sta realizzando le paratie deve ancora accettare le modifiche e quantificare i costi. «A fine luglio avevo presentato un emendamento, poi bocciato, in cui chiedevo di prevedere la possibilità di una proroga della passeggiata realizzata dagli “Amici di Como” fino a Expo qualora non fosse ripartito il cantiere. Questo perché avevo e ho ancora grosse perplessità – afferma Marco Butti, Fratelli d’Italia – Ribadisco la nostra massima disponibilità a lavorare uniti su questo problema, ma ci vuole concretezza». La speranza di tutti, critiche e commenti a parte, è che si riesca «a concludere l’opera. Altrimenti, che cosa possiamo fare? Vorrei soltanto ricordare che il cantiere è ormai in ballo da 8 anni – dice Mario Molteni, Lista Per Como – L’unica certezza è che si tratta di un piano dannoso per la città, che non andava fatto. Si è persa la pubblica utilità del progetto e c’è il rischio che il risultato sia peggiore di prima». Quando si parla di lungolago non si può non pensare ai turisti in visita in città. Alla necessità di restituire ai comaschi, ma anche ai tanti stranieri in arrivo, la magia della passeggiata comasca. «L’auspicio è che tutti lavorino per il bene comune – dice Andrea Camesasca, vicepresidente degli albergatori e componente della giunta della Camera di Commercio di Como – La speranza è che ripartano al più presto i lavori».

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