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Un comasco alla guida del calcio italiano. Tavecchio batte Albertini al terzo tempo

Elezioni Figc La voce rotta dalla commozione: «Cercherò di essere meno ruvido» La voce spezzata dalla commozione quando saluta il suo predecessore Giancarlo Abete e quando nel suo discorso promette che proverà a cambiare il suo modo di essere «un po’ ruvido». Carlo Tavecchio si congeda così dalla platea dell’Hotel Hilton di Fiumicino. Qualche minuto prima è stato eletto presidente della Federcalcio. Ci sono volute tre consultazioni, con l’abbassamento del quorum al 50% +1 per definire la poltrona più importante del calcio italiano. La sfida era tra i due vicepresidenti dell’era Abete; Albertini e Tavecchio. Nel primo scrutinio i votanti hanno espresso 305,2 preferenze per Tavecchio e 179,68 per Albertini. Sulla stessa linea la seconda votazione, mentre alla terza, Tavecchio ha chiuso la partita con il 63,63% dei voti dall’assemblea. Albertini si è fermato al 33,95% e le schede bianche hanno raggiunto il 2,42%. Un successo ampiamente pronosticato alla vigilia grazie ai voti dei dilettanti, della serie C (Lega Pro) di Macalli e di una parte della serie A, che è arrivata all’appuntamento di Fiumicino spezzata in due, con Lotito, Galliani e Preziosi a fare da registi con Agnelli e soci. Non sappiamo in quanti avrebbero scommesso sulla carriera di Carletto Tavecchio, quando quel giovane ragioniere di Ponte Lambro diede vita nel 1974 con altri amici all’Associazione sportiva dilettantistica Pontelambrese, con prima squadra in Terza Categoria. E quel bancario, appassionato di calcio, e da sempre vicino alla Democrazia Cristiana, due anni più tardi diventerà sindaco del paese, incarico che ricoprirà ininterrottamente per quattro mandati. In parallelo prosegue anche la carriera nel mondo del pallone. «Nel 1987 – ricorda Donato Finelli, delegato comasco della Figc – dovevamo eleggere il rappresentante comasco per il Comitato regionale, dopo la scomparsa di Discacciati. Proposi Tavecchio e da allora la sua carriera è stata sempre in ascesa». «Per noi il successo era scontato nonostante gli attacchi di una parte dei media – aggiunge – Carletto ha risollevato la Lega Dilettanti e puntato sui giovani, ha esperienza da vendere ed è anche un vero politico nonostante i suoi modi un po’ diretti». Soddisfatto anche il presidente del Calcio Como, Pietro Porro, ieri a Roma per l’elezione. «Anche Albertini è una persona seria e corretta, ma in un momento così difficile per il calcio italiano noi abbiamo abbracciato in pieno la linea di Tavecchio e del presidente della Lega Pro Mario Macalli. Si deve investire sui giovani, giovani che oggi giocano nel nostro campionato e nei Dilettanti. A Tavecchio va il mio grande in bocca al lupo per il difficile compito che si troverà a svolgere da domani». Ha qualche suggerimento per il presidente? «Ci mancherebbe – dice Porro – ha rappresentato bene 15mila calciatori fino a oggi, basta che vada avanti come adesso. A me piacciono le persone che non cambiano spesso idea e Tavecchio in questo senso è un caterpillar. Serve rigore alla tedesca e la coerenza paga sempre». Si trovava invece tra due fuochi in questa elezione del presidente della Figc Giangerolamo Barzaghi, ex amministratore delegato e presidente del Como e amico sia di Tavecchio sia di Albertini. Il rapporto con Tavecchio era iniziato ai tempi della Vis Nova Giussano e proseguito poi con Barzaghi al Seregno. Il fratello di Carlo Tavecchio è stato anche consulente di Barzaghi. «Non è mai mancata la stima e la fiducia nella persona e nel suo operato». Eppure Barzaghi è uno dei migliori amici pure di Demetrio Albertini. «È vero, abbiamo giocato tanti anni insieme e Demetrio nella sua biografia ricorda che quando stava lasciando il calcio è stata la mia famiglia a convincerlo a proseguire e a permettergli di diventare il campione che è diventato. Ecco, possiamo dire che sarei stato contento in entrambi i casi per il nuovo presidente federale». Dal mondo del calcio a quello delle banche, perché Carlo Tavecchio è stato un ex dirigente della Bcc. «Quando sono entrato io in consiglio, Tavecchio aveva già lasciato da alcuni mesi – spiega il presidente della Banca di Credito Cooperativo dell’Alta Brianza Giovanni Pontiggia – si tratta ad ogni modo dell’elezione di un apprezzatissimo dirigente sportivo a livello locale e nazionale». Paolo Annoni

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