Attendono lo zio in porto e lo ammanettano. Avrebbe aiutato il nipote a uccidere Mannina

Attendono lo zio in porto e lo ammanettano. Avrebbe aiutato il nipote a uccidere Mannina

I delitti di Mozzate e Rimini Il 50enne pescatore sarebbe coinvolto nel folle piano criminale di Dritan Demiraj (m.pv.) Hanno atteso in porto il momento dello sbarco dal peschereccio “Alice”, al rientro da quattro giorni di pesca in alto mare da lunedì a giovedì. Poi, manette alla mano, l’hanno arrestato e condotto in carcere. Le accuse per Sadik Dine, pescatore albanese di 50 anni noto per essere lo zio di Dritan Demiraj, sono pesantissime: aver concorso con il nipote 29enne all’omicidio di Silvio Mannina e all’occultamento del cadavere in una palude del Riminese, oltre all’aver rapinato la vittima del suo cellulare. È questo l’ultimo sviluppo delle indagini collegate al delitto di Mozzate avvenuto nel sottopassaggio della stazione delle Nord. Quella sera (1° marzo), Lidia Nusdorfi fu uccisa a coltellate dal reo confesso Dritan Demiraj, suo ex che non aveva accettato la separazione dell’estate precedente. Ed è proprio per arrivare alla Nusdorfi, che da poco abitava a Mozzate, che fu attirato in un tranello e poi barbaramente ucciso Silvio Mannina, ovvero l’ultimo compagno di Lidia. Secondo la procura di Rimini cui ora sono affidate le indagini, due sono i motivi per cui Mannina – dietro la promessa di una notte di sesso con Monica Sanchi, la compagna di Demiraj – fu attirato a Rimini nella casa del pasticcere. Il primo era costringere Mannina a fissare un incontro con la Nusdorfi per il giorno successivo. Il secondo, scaricare proprio su Mannina tutta la colpa dell’accaduto. Perché, ritiene l’accusa, il piano già prevedeva la scomparsa del compagno di Lidia così da far ricadere sulle sue spalle le colpe dell’omicidio di Mozzate. Gli inquirenti, infatti, si sarebbero trovati di fronte a una vittima che aveva preso un appuntamento per quella sera con il compagno poi scomparso nel nulla. Le telecamere della stazione – che hanno ripreso Dritan al momento dell’accoltellamento mortale – hanno però reso vano ogni presunto depistaggio. Tornando allo zio, secondo la procura avrebbe aiutato Demiraj a uccidere Mannina, tenendolo per le gambe mentre il nipote lo strangolava con il cavo della televisione. Il particolare sarebbe stato rivelato da Monica Sanchi (anche lei presente nella casa di Demiraj) in un interrogatorio davanti agli inquirenti. «Questo non vuole morire», avrebbe anche detto lo zio – secondo la Sanchi – mentre Silvio veniva strangolato. Poi, avrebbe aiutato Dritan a nascondere il corpo seppellendolo nella palude. Lo zio tuttavia non sarebbe stato presente a Mozzate il giorno dopo nel momento dell’omicidio della Nusdorfi. Nel Comasco, oltre a Dritan e la Sanchi (già arrestati) c’era un altro uomo, forse minorenne, che fece da palo per poi sparire nel nulla.