Sfruttavano le prostitute. Gli imputati patteggiano pene per 25 anni

Sfruttavano le prostitute. Gli imputati patteggiano pene per 25 anni

In tutta la Bassa Comasca Patteggiamento di massa per tutti gli imputati del processo sul favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione nell’area della provincia di Como che unisce Appiano Gentile, Lurate Caccivio, Guanzate, Veniano, Lurago Marinone, Fenegrò, Cirimido, Lomazzo, Bregnano e Cermenate. Attività che era in mano ad una associazione di albanesi che si premuravano sia del reclutamento delle donne in patria, sia della spartizione del territorio e delle “case” (ovvero le piazzole dove far prostituire le ragazze), sia del riscuotere l’obolo sulle prestazioni e sull’affitto eventuale degli spazi pagato da altri sfruttatori. L’indagine, condotta dalla Procura di Como (pm Massimo Astori) in collaborazione con quella di Monza (che sta gestendo un fascicolo parallelo e simile), aveva portato nello scorso mese di gennaio all’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere per più soggetti albanesi. Gli stessi che poi ieri mattina, di fronte al giudice dell’udienza preliminare, hanno scelto di patteggiare con pene da un minimo di un anno (a un italiano, l’unico del gruppo, che accompagnava le donne sul posto) a un massimo di 5 per quello che è stato considerato dagli inquirenti il leader dell’associazione per delinquere. Quest’ultimo, 41 anni, nato in Albania e residente a Mariano Comense, era secondo l’accusa colui che «decideva come suddividere e assegnare le postazioni», «quale prezzo chiedere», «quali prostitute reclutare e sfruttare» eccetera. L’accusa per tutti era quella di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione. Gli altri che hanno patteggiato – albanesi residenti tra Giussano, Mariano Comense, Milano e Senago – erano addetti all’organizzazione «dell’accompagnamento delle prostitute sui luoghi dove praticare», ma anche «alla vigilanza del territorio» e al controllo «del tranquillo svolgimento dell’attività», ovvero senza intromissioni da parte di altri protettori oppure di altre associazioni. In totale, gli anni di pena patteggiati dai sette imputati sono stati 25. All’interno di questa vicenda è finita anche la storia di un 37enne albanese di Giussano (difeso dall’avvocato Ivana Anomali), accusato oltre che dell’associazione per delinquere, anche di estorsione e rapina. In distinti episodi (tutti tra aprile e maggio del 2013) avrebbe avvicinato e intimato a due donne che si prostituivano in un luogo non a loro assegnato di pagare la somma di 50 euro al giorno per poter praticare. Le “lucciole” invece andarono a denunciare l’accaduto ai carabinieri. In un’altra circostanza lo stesso 37enne avrebbe puntato il coltello alla gola di una prostituta rapinandola di 300 euro. Per tutte queste contestazioni l’avvocato dell’albanese ha patteggiato la pena di 4 anni. Tutti i fatti finiti a processo sono andati in scena a partire dall’aprile del 2013 fino al giorno dell’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere che risale all’inizio del 2014. Mauro Peverelli