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Italia. Lo shock degli altri azzurri

Burgnich, Matteoli e Notaristefano commentano la clamorosa eliminazione dell’Italia dai Mondiali I sogni mondiali degli azzurri sono già finiti. E con loro quelli degli appassionati comaschi che sognavano di fare festa come nel 2006, quando l’Italia di Lippi conquistò i Mondiali in Germania. Scene di tripudio in piazza Cavour e nelle vie del centro, la maglietta “Sagnino come Berlino”, la festa con Gianluca Zambrotta, comasco doc, al rientro dalla trionfale trasferta. Per ora, per chi vive con passione le vicende della Nazionale, non rimane che attaccarsi ai ricordi, dopo l’eliminazione della squadra del dimissionario commissario tecnico Cesare Prandelli ieri, al termine della partita persa contro l’Uruguay. Niente festa ma tanta delusione, sia per chi ha vissuto la partita in casa o al lavoro, sia per chi l’ha guardata in gruppo. Dopo il girone di qualificazione, purtroppo per l’Italia è già tempo di tirare le somme. Tre grandi ex protagonisti con il Como, mister Tarcisio Burgnich, Gianfranco Matteoli ed Egidio Notaristefano, dicono la loro. «Il problema è strutturale – esordisce Tarcisio Burgnich – Non addosserei tutte le colpe a Cesare Prandelli. Lui ha dovuto lavorare in una situazione non semplice, con la maggior parte dei club di serie A che schierano un sacco di giocatori stranieri». «Non va dimenticato che uno dei migliori periodi della nostra squadra – aggiunge – tra la fine degli anni ’60 e il 1982, è stato in corrispondenza della chiusura delle frontiere. Anziché valorizzare i nostri giovani, si va a pescare in altri Paesi giocatori mediocri che poi sono titolari in A. Come si può pretendere che la Nazionale vada bene?». Tra i giocatori che con Tarcisio Burgnich hanno fatto faville sul Lario, il centrocampista Gianfranco Matteoli, che peraltro vanta anche presenze in Nazionale. «Spiace davvero – afferma – anche perché la nostra mi sembrava una buona squadra». «L’Italia ha giocato molto contratta – spiega ancora Matteoli – e secondo me, anche se può sembrare paradossale, abbiamo patito il fatto che potevano andarci bene due risultati. Un elemento che non ci ha favorito. Non abbiamo giocato e non siamo nemmeno riusciti a fare un tiro in porta». In un Mondiale così negativo, Matteoli trova comunque un piccolo motivo di consolazione. «Per noi sardi è stato bello vedere un nostro conterraneo, Sirigu, difendere i pali della porta dell’Italia. Siamo contenti e orgogliosi, anche se sarebbe stato meglio parlare di lui in un contesto meno negativo, per come è andata a finire questa spedizione». Non nasconde la sua delusione anche Egidio Notaristefano, l’uomo che di fatto raccolse l’eredità di Matteoli al Como. Anche il giocatore di Solaro, oggi allenatore, ha vestito la maglia dell’Italia, in questo caso l’Under 21. «Dico la verità – afferma – Per come era partita questa esperienza, con il bel successo con l’Inghilterra, avevo pensato che questa Nazionale avrebbe potuto regalarci più di una soddisfazione». «Invece sia con il Costa Rica che con l’Uruguay in pratica non abbiamo tirato in porta – spiega ancora Notaristefano – Lo stesso Uruguay non mi ha fatto una grande impressione, ha cercato la vittoria negli ultimi 20’, ma prima non ha combinato molto. La partita di ieri è stata brutta, spezzettata, come ci si attendeva. Ovvio che ci si aspetta, però, un risultato ben differente, anche perché ritengo che il nostro fosse nel complesso un bel gruppo. Peccato». Massimo Moscardi

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