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Contingentamento dei frontalieri: «Adesso intervenga il premier Matteo Renzi»

Storie di confine L’eurodeputato del Pd Antonio Panzeri: «Da Berna una forzatura ingiustificata» «Una forzatura ingiustificata». È categorico il giudizio dell’eurodeputato Pd Antonio Panzeri sul progetto di legge illustrato ieri dal governo federale svizzero e relativo al contigentamento degli ingressi di stranieri nella Confederazione. Con un voto popolare, il 9 febbraio scorso i cittadini elvetici avevano detto sì all’iniziativa degli ultraconservatori Udc rivolta a limitare drasticamente l’immigrazione in terra rossocrociata. A distanza di pochi mesi, il consiglio federale di Berna ha quindi presentato il piano di attuazione della stessa iniziativa che produrrà i suoi effetti a partire dal 2017. Un progetto contrastato che prevede contingenti per chi intende rimanere in Svizzera più di 4 mesi e per i frontalieri. Questi ultimi potrebbero addirittura subire ulteriori, più drastiche limitazioni da parte dei singoli Cantoni. «Parlo di forzatura – dice Antonio Panzeri – perché il referendum di febbraio non obbligava il governo di Berna ad assumere decisioni così pesanti sui frontalieri. Il rischio è che il provvedimento produca maggiori tensioni e rigidità tra i due Paesi. Di certo, non serve a costruire e rafforzare un clima adeguato». Secondo l’eurodeputato del Pd, «ci sono adesso tre livelli sui quali è possibile agire: il primo riguarda il Parlamento di Strasburgo, che può tentare nelle commissioni di proporre una risoluzione su questi temi. Il secondo concerne la Commissione, che dopo aver congelato una serie di accordi con la Svizzera ha l’obbligo adesso, di fronte a questa novità, di essere maggiormente severa sui dossier aperti. Infine, un terzo livello chiama in causa l’Italia, che da luglio presiederà per sei mesi il consiglio dell’Unione. Penso che Matteo Renzi dovrà porre all’ordine del giorno la questione per trovare una soluzione adeguata e, soprattutto, definitiva». Il sindacato svizzero: no alle discriminazioni Sul progetto di attuazione del governo federale è intervenuto ieri anche il sindacato svizzero Unia che ha parlato di una «brutta copia del vecchio sistema discriminatorio dei contingenti», qualcosa che «incoraggia i rapporti di lavoro precari, aggrava le pressioni salariali e minaccia gli accordi bilaterali con l’Unione Europea». I delegati Unia, riuniti a Berna, hanno votato un documento in cui chiedono che non siano introdotti «condizioni di ammissione e permessi di soggiorno discriminatori per i migranti» e in cui ribadiscono come la «libera circolazione delle persone sia un importante diritto fondamentale dei lavoratori». Da. C.

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