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Frontalieri, tornano i contingenti. Niente limiti invece ai “padroncini”

Storie di confine Il governo elvetico ha presentato il piano di attuazione del referendum del 9 febbraio (da.c.) Brutte notizie per i frontalieri comaschi in Ticino. Il governo di Berna (consiglio federale) ha presentato ieri il progetto di legge con cui – a partire dal 2017 – si darà attuazione al voto del 9 febbraio scorso, al referendum cioè con cui gli svizzeri hanno detto sì alla proposta di limitare l’ingresso degli stranieri. Secondo quanto comunicato in una nota ufficiale, anche i frontalieri subiranno la tagliola del contingentamento. Anzi: il piano di attuazione prevede che i singoli Cantoni possano «introdurre autonomamente limitazioni più severe per tutelare il mercato del lavoro regionale». In un primo momento, stando almeno alle dichiarazioni dei singoli ministri, il governo federale sembrava intenzionato a non limitare l’ingresso dei frontalieri. Una posizione fortemente osteggiata dall’Udc, il partito promotore dell’iniziativa di febbraio e sulla quale, alla fine, Berna non ha avuto la forza (o la volontà politica) di percorrere una strada differente. Secondo quanto indicato nella nota di ieri, i Cantoni dovranno comunicare a Berna il proprio fabbisogno di manodopera straniera. I tetti massimi e i contingenti saranno comunque stabiliti dallo stesso consiglio federale e ripartiti poi fra i Cantoni. In questo modo, la Confederazione mantiene per sé una riserva, una possibilità di manovra grazie alla quale potrà in qualche modo tentare di fronteggiare gli impegni internazionali assunti con l’adesione ai bilaterali e al trattato di Schengen. In ogni caso, sarà un problema serio perché da Bruxelles si annunciano proteste molto forti. Per fissare i tetti massimi e i contingenti il consiglio federale analizzerà indicatori differenti tra loro: la situazione dell’economia e del mercato del lavoro, il numero di posti disponibili, il fabbisogno di manodopera non coperto da residenti o domiciliati, l’immigrazione e l’emigrazione. Il governo di Berna istituirà anche un organo consultivo composto da rappresentanti delle autorità federali e cantonali competenti in materia di migrazione e di mercato del lavoro. Nel gruppo di lavoro avranno voce anche le imprese e i sindacati. Cattive notizie, come detto, per i frontalieri ma buone invece per i “padroncini”, gli artigiani che nelle ultime settimane sono stati oggetto anche di uno spot televisivo non proprio amichevole. Il consiglio federale ha stabilito infatti che non saranno contingentati i «prestatori di servizi transfrontalieri indipendenti» e i «distaccati che lavorano presso un committente svizzero». Per queste due categorie rimarrà in vigore pure l’attuale procedura di notifica elettronica.

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