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La cucina lariana ha un nuovo portale

Il sito L’obiettivo è far conoscere le preziose pietanze storiche Voluto da Marco Riva, vanta un ricettario storico unico (ka.t.c.) Il sito “Cucinalariana.com” si rinnova nei contenuti e, oltre a recuperare e condividere in rete ricette storiche che altrimenti andrebbero perdute, rilancia il dibattito scientifico sui temi dell’alimentazione in vista di Expo 2015. La struttura del portale comprende, infatti, oltre agli aspetti storici locali, la proposta di un modello gastronomico alimentare che fa riferimento alle costanti della cucina del Lario, della Brianza e delle Alpi. Una sorta di nuova “piramide alimentare” che recupera il genuino e rielabora le ricette in una funzione “dietetica” che non sia solo restrittiva, ma anche appagante per il gusto. Il comitato scientifico del portale è composto da Silvio Peverelli, direttore del Centro di Formazione Professionale di Como, da Alfredo Vanotti (coordinatore del Dipartimento di Scienze della Salute, Nutrizione e Benessere, dell’Università L.U.de.S. di Lugano), dall’esperto di gastronomia e di storia delle tradizioni alimentari Rossano Nistri, dallo storico della cucina Alberto Capatti, dalla nutrizionista Pamela Fogliaro oltre che da Maurizio Nelli, Emilio Corti e Gerardo Monizza. Il sito nasce nel 2003 dalla passione e dalla visione pionieristica di Marco Riva, filantropo comasco scomparso nel 2008, componente di un gruppo di studiosi e intellettuali che dai primi anni Ottanta, in Italia, guardò al cibo con atteggiamento analitico e fu tra i fautori della condotta “Slow Food”. Proprio nel segno della sua lezione è proseguito lo sviluppo di “Cucinalariana.com”, i cui obiettivi sono stati illustrati ieri in occasione della presentazione ufficiale presso il Cfp di Como. Sono settanta le ricette recuperate e altrettante quelle in fase di lancio. Rossano Nistri ha raccolto piatti provenienti dalla tradizione: quelli “delle feste” ma anche quelli che costituivano la base di un normale sostentamento. Ogni ricetta comprende un approfondimento sull’ingrediente principale e un abbinamento con vini o altre pietanze. La ricerca di Alberto Capatti si concentra invece sulla storia del “presente alimentare”: «Non mi interessa la cucina dello Scappi o di Maestro Martino – ha spiegato Capatti – voglio esplorare tempi più vicini ai nostri e capire come certi prodotti abbiano influito sul territorio concentrandomi anche su una sezione “scandalistica”, ovvero sulla ricerca di quei prodotti che improvvisamente sono scomparsi dalla scena, come per esempio il “pan de Com”. Credo che la percezione di quel che è il “tradizionale” – ha precisato Capatti – sia molto varia e non necessariamente positiva, su questi aspetti spero ci siano interlocutori critici con cui instaurare proficue discussioni». «Ci piace sottolineare – ha concluso Gerardo Monizza – come il sito sia proprio il mezzo ideale per mettere in comunicazione fluida e continua scienza e storia, e per far dialogare su temi come la cucina che sono in continua evoluzione».

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