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Albergatori contro le agenzie online: «La parità tariffaria ci penalizza»

Il prezzo delle camere Sotto la lente le regole di due colossi: Booking ed Expedia Albergatori comaschi contro le agenzie turistiche online e in particolare due colossi scelti per prenotare le vacanze da milioni di internauti come Booking ed Expedia. I gestori degli alberghi sul Lario si lamentano per i contratti imposti dalla agenzie che di fatto «limitano la concorrenza sul prezzo e le condizioni di prenotazione tra i diversi canali di vendita – si legge in una nota di Confcommercio Como – e conseguentemente la possibilità per i consumatori di trovare sul mercato offerte più convenienti». «Il problema riguarda tutti gli albergatori – secondo Roberto Cassani, presidente della categoria in Confcommercio Como – Le questioni sono tante, tra queste la parity rate (parità tariffaria ndr) che viene imposta alle strutture ricettive, anche sul proprio sito, con palese violazione del diritto dell’imprenditore di fare impresa». In sostanza, le agenzie chiedono di mantenere lo stesso prezzo su tutti i canali online. «E la percentuale di intermediazione, oltre ad essere elevata, non è neanche la stessa con tutte le agenzie» aggiunge il presidente comasco. E su questo aspetto, su segnalazione di Federalberghi, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato una istruttoria a livello nazionale che era stata auspicata anche da Confcommercio Como. Oggetto specifico dell’analisi dell’Antitrust, sono le clausole che vincolano le strutture ricettive a non offrire i propri servizi alberghieri a prezzi e condizioni migliori tramite altre agenzie di prenotazione online e in generale tramite qualsiasi altro canale di prenotazione, siti web degli alberghi compresi. «Il problema non si pone solo con le altre agenzie – spiega Samuele Flaminio, titolare dell’Hotel Orso Bruno di Carate Urio – ma anche sul proprio sito. Queste agenzie impongono lo stesso prezzo su tutti i canali online. Si tratta di un problema che affligge tutti gli albergatori, i quali dovrebbero essere liberi di applicare, almeno nel proprio sito, le tariffe che preferiscono. Prima tra le diverse agenzie esisteva una maggiore diversificazione. Ora hanno parificato tutte le tariffe verso l’alto. Se si vuole risolvere il problema, queste clausole devono essere eliminate. Che le agenzie si facciano concorrenza tra di loro». E il problema non riguarda soltanto la libertà delle tariffe ma anche, come detto, le commissioni che vengono richieste dalle agenzie. «Alla stessa tariffa – precisa Cristina Zucchi, dell’Hotel Terminus di Como – non corrisponde la parità delle commissioni. La percentuale è diversa sebbene la tariffa in base alla parity rate sia la stessa. Non c’è la parity commission. Noi vogliamo che questi colossi continuino il loro lavoro perché lo fanno bene, ma vogliamo essere più tutelati e pagare meno commissioni». «La parity rate – è la conclusione di Cristina Zucchi – ci viene imposta, chiesta dai colossi che hanno in mano il mercato. E pretendono la parity rate anche sul sito dell’albergo. Non mi sembra giusto che io non sia libera sul mio sito di applicare la tariffa che voglio». Paolo Annoni

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