Successo storico dei democratici L’analisi del voto nella città di Como conferma in gran parte la sintesi generale di queste elezioni europee – Pd in trionfo, Beppe Grillo in palese difficoltà, centrodestra senza bussola. Eppure qualsiasi discorso non può prescindere da un dato che probabilmente segnerà la storia politica del capoluogo, ovvero lo stratosferico 44,02% colto dal Pd in città. Una percentuale nell’ordine: enorme per una città che, soltanto fino al 2012, era ritenuta “patrimonio” del centrodestra; superiore di quasi 3 punti al già astronomico risultato nazionale; più alta di ben oltre 6 rispetto a quello provinciale e addirittura incrementata di oltre 22 in confronto a quella colta alle Politiche 2013. Peraltro, nel “recinto” – ampio e non troppo definito, invero – del centrosinistra, che si è presentato sotto diverse sigle a queste Europee, in città spicca anche l’ottimo 4,43% della Lista Tsipras, mentre sono rimasti del tutto residuali Verdi (1,19%) e Idv (0,7%). Per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle, a Como città (13,5%) è andata peggio che in provincia (14,84%) e soprattutto molto peggio rispetto al voto 2013 (18,64%). Per ora, quindi, il voto “grillino” pare avere limiti fisiologici difficilmente superabili nel capoluogo. Per quanto riguarda il centrodestra, Forza Italia (16,32%) raggiunge il suo minimo storico, pur restando il secondo partito del capoluogo. Va però detto che, unendo alla percentuale puramente berlusconiana quella che Angelino Alfano ha fatto trasmigrare verso Nuovo Centrodestra (4,41%), la somma (20,73%) non è abissalmente lontana dal 23% netto colto dall’allora Pdl alle Politiche 2013. Proseguendo in questo “gioco da laboratorio” delle somme, emerge che unendo anche le percentuali di Fratelli d’Italia (3,37%) e della Lega Nord (un magro 11,32%, a testimonianza che il Carroccio, in città, sconta difficoltà enormi), la coalizione ipotetica arriverebbe al 35,42%. Il che significherebbe rimanere “sotto” di 9 punti al solo Pd e addirittura di quasi 15 nel caso di alleanza Pd-Tsipras-Verdi-Idv. Come a dire che – almeno a oggi – la rincorsa alla successione di Mario Lucini parte da lontano. Forse, da lontanissimo. E.C.
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