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Un mondo in mezzo secolo di locandine

Illustrazione pubblicitaria La collezionista comasca Paola Mazza: «Sogno una mostra a Milano relativa al cibo per Expo 2015» La sua prossima mostra si terrà a Villa Carlotta di Tremezzo. Riguarda il primo conflitto mondiale, si intitolerà “Battaglie d’inchiostro. Immagini di guerra 1914-1918” e sarà inaugurata il 16 maggio. Il suo tempio, invece, è a Lenno nel Golfo di Venere, alla “Galleria Réclame”, dove ci incontriamo proprio dietro il celebre battistero della località lacustre. È un locale magico, pareti e tavoli sono tappezzati di locandine pubblicitarie d’epoca, mentre note di musica classica assecondano la chiacchierata che segue secondo movimenti nei quali l’allegro prevale sull’adagio. Paola Mazza, comasca, sposata e madre di un figlio, è un’autorità riconosciuta nel campo delle “affiche” e i gradi li ha conquistati sul campo. Raffinata e semplice ad un tempo, svela esordi, sviluppi e qualche sogno nel cassetto, sempre tutt’uno con l’amore per la carta, da cui è stata stregata tempo fa. Traspare l’ammirazione per gli artisti che hanno dato anima alla sua collezione di poster. Signora Mazza, com’è nata in lei la passione per le immagini promozionali? «È nata venticinque anni fa, quando mio marito mi regalò una decina di riviste del Touring Club risalenti al 1910. Fui folgorata da copertine, pubblicità, elementi grafici? Iniziò così il mio peregrinare per mercatini, dove acquistavo riviste e immagini pubblicitarie in quantità sempre maggiori. C’è un po’ sempre il gioco del “Ce l’ho, mi manca”. Si vorrebbe avere tutto e non è possibile? Mi appassionai alle sigle dei diversi illustratori. Scoprii che molti avevano case sul Lago di Como…». Quando la sua passione divenne anche cultura? «Non so se si può dire così. Le prime mostre vennero nel 2000, dietro sollecitazione degli amici. La condivisione del materiale di cui dispongo mi diede soddisfazione. Iniziai a Como, in San Pietro in Atrio, con una rassegna dedicata a locandine pubblicitarie che hanno come soggetti i bambini. Poi passai a quelle che hanno a tema la donna. Poi l’uomo. Il periodo al quale mi dedico è compreso tra il 1900 e il 1950, durante il quale la pubblicità è illustrazione». La sua è diventata anche un’attività che contempla la vendita? «Più che la vendita, lo scambio. Io mi identifico con una collezione di carta. Scambio materiale del quale ho già una copia, oppure offro altri oggetti di latta, di metallo, scatole?». Parliamo ancora delle mostre che allestisce. Quanto sono coinvolgenti per lei? «Dà molta soddisfazione vedere arrivare visitatori da altre città italiane, o anche stranieri, appositamente per una mostra. Io dispongo di molto materiale e riesco ad allestire anche fino a 300 quadri per una rassegna. Riesco a innovare cambiando cornici, pubblicità, oggettistica, lampade? Faccio in modo di coprire le spese che devo sostenere e, in caso di finalità benefica, espongo anche gratuitamente». Quali sono gli ambiti delle pubblicità d’epoca? «Il mondo femminile, sempre legato all’eleganza, all’importanza in ambito familiare, puntando sulla moda anche nel presentare le automobili, sui prodotti alimentari, sulla villeggiatura? La donna è un po’ oggetto, sebbene in modo non volgare. Poi c’è l’ambito del bambino, per promuovere prodotti concernenti il benessere e la crescita, con immagini accattivanti. Una partizione delle locandine pubblicitarie può essere fatta anche in base agli illustratori o a ciò che questi prediligevano. Nomi quali Dudovich, Boccasile, Metlicovitz, per dirne solo alcuni, corrispondono ad artisti di nicchia, autori di opere meravigliose, sia pure nati come cartellonisti». Qual è l’ambito a cui lei si sente più vicina? «Quello dei bambini. È il più accattivante e prediletto. Le baby-reclame, dove campeggiano sorrisi, abiti, costumi, sono le prime che propongo anche per eventuali mostre e vengono subito accettate». La prossima sarà a Villa Carlotta, cosa può dire in proposito? «Si intitolerà “Battaglie d’inchiostro” e sarà una rassegna di illustrazioni relative ad azioni di guerra e pubblicità che riguardano il primo conflitto mondiale nel suo centenario. C’è la donna che spedisce alcolici al fronte, il soldato che riceve e usa una penna? Il mio contributo però è limitato a una collaborazione con la direzione di Villa Carlotta e con il collezionista Paolo Aquilini che metteranno a disposizione oggetti preziosi e libri rari e originali». Di quante locandine pubblicitarie dispone? «Penso circa 20mila, per lo più italiane. Attingere ai mercatini, oggi, è impresa sempre più difficile e sempre più costosa e il motivo è che tanti, in un periodo di crisi, si sono avvicinati all’arte che appassiona anche me. Tuttavia prediligo proprio i mercatini rispetto al commercio elettronico, meno affidabile e meno coinvolgente sotto il profilo emotivo al momento dell’acquisto». Ha un sogno nel cassetto? «Mi piacerebbe mettere a disposizione una parte del mio materiale per una mostra relativa al cibo per Expo 2015 e sto cercando una location che mi ospiti, possibilmente a Milano. Un altro desiderio è una mostra dedicata a “Brunetta”, Bruna Moretti, illustratrice di libri per bambini, pubblicitaria, stilista di moda, giornalista». Marco Guggiari

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