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Momenti di gloria-I canottieri della Falck e quei tre podi

Renato Bosatta sempre protagonista a Roma, Tokyo e Città del Messico Una storia nata grazie a un Veronesi (p.an.) Andare a medaglia in tre Olimpiadi, un’impresa che pochissimi atleti sono stati in grado di fare. Ancor più difficile compiere simili prestazioni in uno sport duro e selettivo come il canottaggio. L’impresa è riuscita sul Lago di Como a Renato Bosatta, classe 1938 di Mandello Lario. Bosatta è la stella più brillante del fenomeno Falck di Dongo, che sotto la guida de tecnico lecchese Pietro Galli in un ventennio vide i ragazzi del dopolavoro delle ferriere conquistare 1 oro e 1 argento europei, 2 argenti e 1 bronzo olimpici, oltre a innumerevoli successi nelle regate internazionali, cui si aggiungono gli oltre 50 titoli nazionali (19 assoluti). A richiamare il tecnico dai concorrenti del Cral aziendale Redalli, acciaieria di Dervio, era stato un giovane dirigente della Falck con un passato da canottiere, Antonio Veronesi, fratello del futuro professore ed ex ministro alla Sanità, Umberto. E Pietro Galli trovò tra i giovani della Falck terreno fertile. «Vede – ricordò il tecnico scomparso nel 1992, in un’intervista – quei giovani avevano una tale fiducia in me che non potevo lasciarli soli. Pensi che un sabato sera che non ero potuto andare a Dongo, un equipaggio attraversò il lago per venire a casa mia a chiedermi istruzioni per l’allenamento della domenica. Il giorno dopo seppi che, presi dal temporale, passarono tutta la notte al pontile di Dervio, tanto che a Dongo li credevano annegati. All’alba rimontarono in barca perché uno di loro era di turno in Ferriera. Non disse nulla, tanto che giunto al lavoro con un’ora di ritardo si beccò anche una multa». Quattro di quei ragazzi raggiungeranno le Olimpiadi di Roma, su una barca selettiva come il quattro senza. Renato Bosatta (capovoga), Tullio Baraglia, Giuseppe Galante e Giancarlo Crosta sono d’argento. Un risultato storico, anche se secondo Galli la barca avrebbe meritato l’oro. Nel 1964 a Tokyo con Bosatta e Galante, sul quattro con, ci sono Franco De Pedrina, Emilio Trivini e il timoniere Giovanni Spinola. La medaglia è ancora d’argento. Bosatta ritrova Baraglia a Città del Messico 1968, dove sul quattro senza con Abramo Albini e Pierangelo Conti Manzini sono ancora da podio, ma questa volta di bronzo.

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