Caos sulla Regina. Tutti invocano la variante

Sindaci, consiglieri regionali e parlamentari: è l’unica soluzione (f.bar.) La notizia tanto attesa è giunta ieri pomeriggio, dall’Anas: «Dalle 15 è stata aperta al traffico, a doppio senso di circolazione, la carreggiata Sud della strada statale 36 “del Lago di Como e dello Spluga”, in provincia di Lecco». Riapertura che – soprattutto per quanti sono rimasti intrappolati nelle code di mercoledì e di ieri mattina lungo la Regina – ha fatto tirare un sospiro di sollievo sulla sponda Ovest del lago. Durante il periodo di chiusura della 36 sono stati fatti s opralluoghi da parte dei tecnici per valutare l’entità della caduta dei massi. E ieri mattina, infine, dopo gli interventi per rimuovere il materiale roccioso dalla carreggiata, è stato dato il via libera alla riapertura. I tecnici rocciatori intanto «continueranno a operare lungo la parete della montagna per arrivare, nel più breve tempo possibile, alla messa in sicurezza del versante e alla successiva apertura della carreggiata Nord della statale 36», continua il comunicato Anas. I sindaci dei comuni rivieraschi, però, seppure abituati da anni a lottare e a convivere con questi disagi, esprimono la loro rabbia. «Simili episodi arrecano un danno devastante all’economia locale. Blocchi e ritardi di tale portata uccidono le attività dei nostri paesi – dice l’ex sindaco di Argegno, Francesco Dotti, oggi consigliere regionale eletto nelle liste di Fratelli d’Italia – E mettono in crisi anche chi, lungo questa strada, lavora quotidianamente. Sono enormi le conseguenze negative che derivano dai ritardi nelle consegne delle merci. Sono tutti elementi che andrebbero valutati in maniera più approfondita. Si rischia di perdere turismo e visitatori». Il ripetersi sempre più frequente di simili episodi allarma gli amministratori. «La situazione oggi (ieri, ndr) è decisamente migliorata grazie al senso unico alternato – prosegue Dotti – ma mercoledì è stata una giornata di agonia. Con i Tir e i grandi mezzi dirottati senza alcuna logica sulla Regina». Allarmato anche Fiorenzo Bordoli, primo cittadino di Sala Comacina. «Non è possibile andare avanti così: questa volta i disagi sono stati tamponati, soprattutto nella giornata di giovedì. Ma qui ormai non si contano più le giornate trascorse in coda. Abbiamo bisogno di soluzioni definitive. A partire dalla variante che attendiamo da decenni», aggiunge il sindaco di Sala Comacina. Intanto con un’interpellanza urgente, firmata dai deputati Mauro Guerra e Chiara Braga (Pd) e indirizzata al ministro delle Infrastrutture, si è tornati a sottolineare l’importanza della variante della Tremezzina e la necessità di avere un piano di emergenza da applicare in simili circostanze. Critico anche il consigliere regionale della Lega Nord, Dario Bianchi. «La variante è davvero fondamentale. L’assessore lombardo alle Infrastrutture Maurizio Del Tenno l’ha inserita tra le opere prioritarie e sarebbe disposto a stanziare 80 milioni di euro. Sul resto dei finanziamenti adesso si attendono risposte dal governo. Chiederò al presidente Roberto Maroni di accertare personalmente le responsabilità di quanto accaduto. Non è ammissibile far passare tutti i Tir che viaggiano da e per la Valtellina su una strada come la Regina». Infine interviene un altro sindaco. «La Regina diventa sempre più invivibile – dice il primo cittadino di Gravedona ed Uniti, Fiorenzo Bongiasca – È fondamentale disporre di un piano di intervento per arginare le conseguenze negative di simili eventi. E poi, inutile ribadirlo, diventa prioritaria la variante della Tremezzina. Intanto vanno potenziate le comunicazioni per i turisti, gestito meglio il passaggio dei mezzi pesanti e perché no incentivato il trasporto sul lago dei mezzi con delle apposite chiatte».