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Aldo Scorza

L’AUTORE Aldo Scorza, dalla calligrafia alla pittura Aldo Scorza (nella foto, click per ingrandire) è nato nel 1940 in Calabria; nel 1954 si è trasferito a Milano e negli anni ’70 a Como dove tuttora vive e lavora. La sua prima esposizione in Italia è del 1971 a Milano; la prima acquisizione all’estero (alcune acqueforti in Spagna, Biblioteca Nacional, Madrid) nel 1995. Autodidatta, ha seguito corsi di grafica a Milano e di litografia a Como. Fa parte del Gruppo Artistico Erbese ed è co-fondatore del Gruppo Artistico Quartodecimo di Como. La sua è una ipersensibilità di derivazione espressionista in cui intervengono gestualità e grafica. L’elemento calligrafico dei primi anni ha lasciato gradualmente il posto a quello pittorico, divenuto predominante. L’OPERA Paesaggi e folle dominati dal colore Katia Trinca Colonel Sono sospese in un tempo indefinibile le superfici pittoriche di Aldo Scorza: figure trasparenti vi transitano immerse in ondate di colore, o come nel caso del dipinto qui raffigurato, intitolato “Vintage” (click per ingrandire), regalano una visione lacustre, un paesaggio velato e sfuggente. Acqua e cielo sono fatti della medesima luce, con un lembo di terra, solitario, a spezzarne la continuità. Velati e sfuggenti sono anche i volti ritratti da Scorza. Nelle sue opere è pressoché costante la presenza di una coralità di personaggi ricca di rimandi a certa pittura espressionista. Alcune atmosfere ricordano, per esempio, i soggetti dei tedeschi Nolde e Kircher, con folle e gruppi di persone che invadono strade e piazze o che si riversano nei locali. Mancano, in Scorza, la provocatorietà o lo sberleffo tipici di alcuni di quegli esponenti, e si trovano invece nel pittore comasco delicate allusioni nostalgiche, come ad esempio nella serie dedicata alla danza. I volti appena tratteggiati sembrano alludere a una gioia perduta, i corpi si stagliano carichi del loro colore, indifferenti come solo la natura sa essere. Scorza ama molto tratteggiare la figura umana, disegnare profili che, con il loro carattere immobile, stanno lì a dire semplicemente della loro esistenza. Una solidità d’essere che spesso è sottolineata dalla scelta del colore, quando a dominare sono i rossi accesi, i gialli, gli arancioni. Quella di Scorza è una ipersensibilità di derivazione espressionista in cui intervengono gestualità e grafica. L’elemento calligrafico dei primi anni, se è vero che ha lasciato il posto a quello pittorico, non è scomparso, si è piuttosto armonizzato con una luce intensa e vibrante. GALLERIA (clicca su una immagine per visitare la Galleria)

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