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Le Olimpiadi di Rio nel mirino di Bianchetti, capitano dell’Italia Under 21

Il capitano dell’Under 21 In questo momento è il giocatore comasco più importante: Matteo Bianchetti, 21 anni il prossimo 17 marzo, gioca in B in prestito nello Spezia, dopo aver iniziato la stagione in serie A con il Verona ed è il capitano della Nazionale Under 21. Cresciuto nel vivaio del Como, dopo il fallimento della società fu uno dei tanti talenti costretto ad emigrare altrove. La sua crescita è stata nell’Inter, società che ora detiene metà del cartellino (l’altra è del Verona) e in cui il difensore centrale spera di tornare, per indossare la maglia nerazzurra in serie A. «Ma prima di tutto penso allo Spezia – rivela il giocatore – Qualcuno mi ha chiesto se fossi deluso di giocare in serie B e io dico di no. Perché a me interessava soprattutto scendere in campo con continuità e in questa formazione ne ho la possibilità: sono sicuro che questa può essere una esperienza importante per la mia crescita». Allenatore dello Spezia è Devis Mangia, già tecnico della Nazionale Under 21, suo grande estimatore. «Sicuramente la presenza di Mangia come allenatore dello Spezia ha influito sulla mia scelta. Ci conosciamo bene e non ho avuto dubbi nel decidere per questa squadra quando mi hanno chiamato». Ma la domanda sorge spontanea: per il capitano dell’Italia Under 21, un atleta che ha molti estimatori, non ci poteva essere uno spazio in serie A? «Io faccio un discorso più generale e non personale – spiega Bianchetti – Dico che in questa fase, per vari motivi, c’è maggiore attenzione verso i vivaio e verso i giovani, anche nel massimo campionato. Quindi sono ottimista e spero che ai calciatori della mia età venga data una possibilità». Come detto, L’Inter è la società in cui lei è cresciuto e che detiene la metà del suoi cartellino. Ha avuto segnali dai dirigenti sul futuro? «L’Inter ha sempre fatto seguire i suoi calciatori momentaneamente girati ad altre società, come nel mio caso. Io so che comunque le gare dello Spezia vengono monitorate dallo staff tecnico. Ora, però, bisogna vedere se questa impostazione cambierà con la nuova dirigenza. Il segnale che ho avuto è che comunque vengo seguito». La sua crescita è stata soprattutto nel vivaio della società milanese. Come sono i suoi ricordi interisti? «Molto belli, soprattutto se ripenso ai 6 mesi, all’inizio della scorsa stagione, con mister Andrea Stramaccioni e con tutto il gruppo. Lavorare con la prima squadra è stata una esperienza importante, che mi ha fatto crescere. E poi ero vicino a grandi campioni che mi hanno dato consigli importanti: gente come Walter Samuel, Andrea Ranocchia e Cristian Chivu, tanto per fare qualche nome, mi è sempre stata vicina e non mi ha fatto mancare i suoi suggerimenti». La stagione 2013-2014 è cominciata nel Verona e, all’inizio della stagione, si paventava un suo utilizzo da titolare. Poi cosa è successo? «Semplice – risponde schiettamente Matteo Bianchetti – L’allenatore, Andrea Mandorlini, mi ha dato anche qualche possibilità, ma non l’ho sfruttata al massimo. Lui ha fatto le sue scelte: ora tocca a me poter dimostrare di meritare un posto in una squadra di serie A». Non va poi dimenticato il discorso della Nazionale Under 21. Con la nuova gestione di Luigi Di Biagio, il difensore lariano ne è diventato il capitano. «Ci tengo eccome. Per me è un grande onore indossare quella fascia e cercare di raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti, che sono la qualificazione agli Europei 2015 e alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Si tratta della più importante manifestazione che c’è ed è logico che essere in Brasile sarebbe la realizzazione di un sogno che tutti gli sportivi, non soltanto i calciatori, cullano da sempre». La fascia di capitano dell’Under 21 è stata indossata da calciatori che hanno poi scritto importanti pagine di storia… «Me lo hanno fatto notare in tanti. Io l’avevo già portata nelle altre rappresentative azzurre giovanili, ma sicuramente devo dire che quella dell’Under 21 è molto pesante». E il Como, in cui ha iniziato la sua carriera, lo segue sempre? «Certamente – conclude Matteo – Rimango sempre un tifoso degli azzurri, sono stato contento per la vittoria di domenica contro il Savona e per la buona posizione di classifica. Spero davvero in un buon esito, poi, dei playoff». Massimo Moscardi

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