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Angelo Minardi

L’AUTORE Angelo Minardi, dal tessile alla fotografia Nato a Gallarate nel 1941, Angelo Minardi (nella foto, click per ingrandire) ha lavorato per quarant’anni nel campo tessile senza mai trascurare la sua grande passione per l’arte in ogni sua forma ed espressione. La fotografia, che lo ha coinvolto sin da ragazzo, è stata, ed è tuttora, il mezzo espressivo prevalente in un percorso artistico che ha sconfinato nella pittura, nel collage e, in epoca più recente, nella scrittura. Angelo Minardi ha iniziato a esporre regolarmente le sue opere a partire dal 1991. È co-fondatore del Gruppo Artistico “Quartodecimo” con il quale espone dal 2007. Info: L’OPERA Immagini scaturite da un sogno Katia Trinca Colonel Come fotografare il vento? O l’aria che si rapprende in un giorno umido? Un bravo fotografo deve conoscere ogni segreto della luce e del suo rifrangersi, ma saper fermare con l’obiettivo un fenomeno naturale richiede oltre alla perizia, anche una profonda sensibilità. Angelo Minardi, negli ultimi vent’anni, ha orientato la sua ricerca verso un’immagine naturalistica che, al di là della semplice rappresentazione del mondo, ambisse a scavare nei sentimenti e negli stati della mente. Lo si vede nelle immagini rarefatte in cui il vento accarezza gli alberi o li sconvolge con la sua forza, paesaggi velati che paiono scaturire da un sogno, ma lo si comprende altrettanto bene nella serie di scatti che hanno quale soggetto scorci di architetture cittadine. Nell’immagine accanto, per esempio, le molteplici prospettive del Monumento ai Caduti di Como vengono sovrapposte: un’operazione che esalta la potente visione razionalista che l’architettura sottende. Minardi, però, cala il granitico blocco dentro un cielo straordinariamente azzurro, vibrante e luminoso che rimuove ogni ombra di morte, cui il monumento per natura rimanda. In alto (nella foto), un altro scorcio di città che ripete il geometrico gioco di specchi e che accosta, al nuovo, le mura più antiche della città. Minardi dà con l’immagine che ha fermato sulla pellicola, o elaborato in digitale, la propria personale visione delle cose. Un po’ come avviene nel passaggio dall’impressionismo all’espressionismo: non interessa riprodurre la realtà in quanto tale, ma la visione interiore che essa suscita. Un’operazione che, in fotografia, è piuttosto complessa. Non è difficile, però, cogliere in alcune malinconiche immagini di Minardi un velo che copre le cose: come accadeva per quello di Maya, sollevarlo significa trovarsi davanti la cruda realtà. Per Angelo Minardi il sogno è preferibile. GALLERIA (clicca su una immagine per visitare la Galleria)

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