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Tutti i pericoli dei social network, dalla molestia sessuale alla truffa

L’allarme della polizia postale Dalla ragazzina, minorenne, adescata su un social network da un sedicente manager di modelle al ragazzo che, per scherzo, pubblica la foto dell’amico in un sito di annunci gay, passando per il dj che prende oltre 19mila euro di multa per musica scaricata illegalmente. Esempi, tutti realmente accaduti sul territorio comasco, che danno misura dei rischi e dei pericoli che si nascondono navigando nella rete e, più in particolare, all’interno dei social network, i siti che permettono a chiunque di conoscersi, dialogare e frequentarsi in modo digitale, anche nel più completo anonimato. I più esposti a tali pericoli sono i giovani, la generazione di adolescenti cresciuta al tempo del cosiddetto “web 2.0”, ossia quelli tecnologicamente più evoluti, venuti su a pane, computer e navigazioni in rete. Perciò, la Questura di Como ha organizzato ieri mattina, a Lariofiere di Erba, un incontro in occasione di “Young”, salone dell’orientamento scolastico dedicato ai giovani. A insegnare ai ragazzi come difendere privacy e sicurezza, l’ispettore capo della polizia postale e delle comunicazioni di Como, Nicola Pagani, dopo aver spiegato come proteggere il proprio computer da intrusioni non desiderate – tramite antivirus, firewall e aggiornamenti di sistema – ha insistito su un elemento molto delicato, forse quello più difficile da far capire ai ragazzi: i social network sono una miniera di dati personali, che noi decidiamo – consapevolmente o meno – di condividere. E ciò che si pubblica su Internet non si può eliminare. Perciò l’uso dei social network deve essere attento e coscienzioso. A partire dalla foto che si pubblica nel profilo che tutti – anche i non iscritti – possono vedere. Infatti è capitato, ad esempio, che un ragazzo – per fare uno scherzo o vendicarsi – abbia scaricato la foto del profilo di un suo amico per poi pubblicarla su un sito di incontri gay. Ben più pesante è la storia di una ragazzina che è stata adescata su un social network da un sedicente manager di modelle. In sette mesi di colloqui via chat, l’ha convinta non solo a fornire informazioni personali – che l’uomo si è regolarmente appuntato su un taccuino – ma anche a inviare all’interlocutore una foto seminuda, utile a suo dire per ottenere un provino. Le richieste dell’uomo si sono fatte via via più pressanti e pesanti, finché la minorenne ha raccontato tutta alla polizia postale che, dopo una serie di indagini, ha arrestato l’uomo. Il quale è poi stato condannato a 4 anni di carcere. La parte finale dell’incontro è stata dedicata alla musica scaricata da Internet: una canzone comprata dalla rete può costare dai 55 ai 99 centesimi. Scaricato illegalmente, invece, ogni brano costa 34 euro. È a quanto ammonta la multa. Esemplare è il caso di un dj lombardo che lavorava anche in locali comaschi, con brani digitali “rubati” dal web. Ha dovuto pagare un’ammenda di 19.200 euro. Andrea Bambace

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