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Ghisallo, chiude il museo della bici

Lo schiaffo della storia Costi troppo alti per la struttura del Ghisallo fortemente voluta da Fiorenzo Magni Non si possono chiudere i musei. Non in questo Paese. Tanto meno quando sono dedicati a uno sport che, forse più di altri, è stato capace di raccontare con le sue eroiche corse decenni di storia d’Italia. La notizia che il celebre Museo del Ciclismo alla Madonna del Ghisallo, voluto da Fiorenzo Magni, stesse per chiudere era purtroppo nell’aria da tempo, se ne parlava da settimane, fin dal Giro di Lombardia. In questi giorni la mazzata ufficiale: le amministrazioni pubbliche non sono più in grado di sostenerne i costi, i dipendenti sono stati lasciati a casa, buona parte dei consiglieri, con motivazioni diverse, si sono dimessi. In buona sostanza, il museo sarà certamente chiuso al pubblico per 5 mesi, dal 3 novembre fino alla fine di marzo 2014, poi si vedrà. Franco Bettoni, presidente della Federazione Ciclistica di Como, non è sorpreso dalla notizia: «È un fatto drammatico, però chi come me conosceva la situazione, sapeva che le cose non andavano affatto bene. Il futuro del museo del Ghisallo era nero da tempo; da sempre avevo espresso le mie riserve sulla sostenibilità della gestione. La sua collocazione lo rende difficilmente accessibile in inverno. Magni fece costruire un bellissimo mausoleo, ma ora lui non c’è più e tutti i nodi vengono al pettine». Difficile intravvedere soluzioni immediate: «Spero – conclude Bettoni – nella sensibilità di Roberto Maroni, visto che le Province non esistono più, che le Comunità montane e i Comuni non hanno più soldi, solo Regione Lombardia può fare qualcosa per questo museo che rappresenta la storia di un Paese. Ci saranno comunque da verificare le spese per non cadere negli stessi errori del passato». L’ex campione del mondo di ciclismo su strada Gianni Bugno, è molto rattristato dalla notizia: «Sono stato all’estero e non sapevo che la situazione fosse precipitata fino a questo punto – dice – Il museo è un luogo che rappresenta la storia del ciclismo internazionale, non solo italiano. Ora mi auguro solo che possa riaprire quanto prima e che nascano iniziative, sia in ambito federale sia politico, per sostenerlo e restituirlo al pubblico». Il museo del Ghisallo si sviluppa su tre piani e comprende anche una raccolta multimediale di materiale sul ciclismo. I cimeli più importanti continuano però ad essere esposti nella chiesa del santuario. All’interno del museo, inaugurato il 14 ottobre 2006, in occasione del Giro di Lombardia, è esposta la più grande collezione di Maglie Rosa al mondo. Nel piazzale del santuario ci sono le statue di due grandi ciclisti, Coppi e Bartali, e il busto di Binda installato nel 2011. Ora, il bronzeo ricordo di questi grandi campioni non deve correre il rischio di rimanere troppo tempo a custodia di un museo chiuso. Maurizio Pratelli

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