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Progetto pronto entro metà autunno o sfuma il sogno del campus

Il 15 novembre è il termine per poter concorrere ai 7 milioni di euro della Fondazione Cariplo (m.d.) Il campus universitario, quel sogno da 70 milioni di euro cullato da anni in riva al Lario e che dovrebbe riunire Insubria e Politecnico nell’area del San Martino, a metà novembre potrebbe compiere un primo, piccolo passo concreto oppure crollare miseramente e, forse, in maniera definitiva. Entro il prossimo 15 novembre dovranno infatti essere inviati alla Fondazione Cariplo i progetti territoriali che aspirano all’assegnazione di quei 7 milioni di euro che l’ente guidato dall’avvocato comasco Giuseppe Guzzetti ha destinato per quest’anno alla provincia lariana. Un finanziamento cospicuo che molti vedono come un primo passo concreto per poter avviare la realizzazione del campus universitario nell’area dell’ex ospedale psichiatrico, chiuso nel 1999. «Entro il 15 novembre bisogna presentare il progetto del campus alla Fondazione Cariplo – conferma Maria Antonia Brovelli, prorettrice del polo comasco del Politecnico di Milano – Se questa scadenza non verrà rispettata, la possibilità di dare vita al campus si allontanerà. Se il progetto non sarà pronto, la vedo molto, molto difficile per il campus». Il recente cambio al vertice di Univercomo – l’associazione nata per promuovere la crescita del sistema universitario cittadino – che ha visto Mauro Frangi succedere a Giacomo Castiglioni, ha lasciato inalterato l’obiettivo principale: far nascere, dopo anni di progetti soltanto abbozzati e rimasti nel cassetto, un grande polo universitario al San Martino, con aule, uffici, laboratori, residenze per gli studenti fuori sede, biblioteche e così via. «Il tema del campus è stato confermato come prioritario dal nuovo direttivo di Univercomo, in piena continuità con il lavoro svolto da Castiglioni – dice Maria Antonia Brovelli – Non si tratta più soltanto di un’ipotesi, ma si è iniziato a lavorare concretamente per realizzarlo». Resta però da sciogliere un nodo, di dimensioni colossali: quello di dove e come trovare i soldi necessari. Il costo stimato per portare a compimento l’operazione campus ammonta a 70 milioni di euro, a fronte dei quali, al momento, non vi è alcun finanziamento concreto. Proprio per questo motivo, si spera di poter ottenere, per cominciare a muovere almeno i primi passi, quei 7 milioni di euro che la Fondazione Cariplo ha destinato alla provincia di Como. Una somma che comunque, da sola, coprirebbe soltanto il 10% dei fondi necessari per dar vita al campus. Di soldi all’appello, dunque, continuerebbero a mancarne tanti. Una prospettiva che però non scoraggia la prorettrice del Politecnico, ateneo che assieme all’Università dell’Insubria è direttamente coinvolto nell’operazione. «Se i soldi mancano, si cercano – afferma Maria Antonia Brovelli – anche se ovviamente, alla fine, bisognerà vedere se i soldi trovati basteranno. Se il progetto riuscisse a ottenere i 7 milioni che la Fondazione Cariplo ha destinato alla provincia di Como, si potrebbe partire con un primo lotto di lavori, suddividendo l’intervento in più fasi». Dello stesso avviso è il nuovo presidente di Univercomo, organismo che tra i soci conta le principali associazioni di categoria della provincia lariana, la Camera di Commercio, le Banche di credito cooperativo di Cantù e dell’Alta Brianza, il Comune e l’amministrazione provinciale di Como. «Il forte input dato al consiglio direttivo dall’assemblea dei soci – spiega Mauro Frangi – è quello di vedere se ci sono le condizioni per dare il via, in tempi ragionevoli, al progetto del campus. Gli scogli da superare sono molti, non c’è soltanto quello finanziario. Bisogna infatti valutare tutte le questioni di tipo progettuale e amministrativo, verificare le condizioni per l’acquisizione delle aree e degli edifici (oggi facenti capo in gran parte all’Asl di Como, ndr). Insomma, il lavoro da fare è tanto. Tutti gli attori del territorio devono fare un grossissimo gioco di squadra per poter arrivare con un progetto pronto alla scadenza del 15 novembre, per poter accedere al bando della Fondazione Cariplo, sperando poi di riuscire a ottenere quei 7 milioni». Soldi che potrebbero essere utilizzati per compiere i primi passi. «Il progetto per il campus deve essere complessivo – afferma Frangi – deve cioè dare il segno di ciò che si vorrebbe fare in quell’area. Dopo di che, gli interventi possono essere fatti per step successivi, procedendo per singoli lotti man mano che si trovano le risorse necessarie». Nella speranza che i lavori, una volta avviati, non siano destinati a bloccarsi per carenza di fondi, visto che di grandi opere iniziate e rimaste almeno per il momento al palo, gli esempi in città non mancano, a partire dal lungolago e dalla riqualificazione della Ticosa.

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